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Caso Barcenas, Rajoy trema per la lista dei fondi neri

Luis Barcenas, l’ex manager ed ex tesoriere del Partito Popolare spagnolo tra il 1990 e il 2009, avrebbe consegnato lo scorso 16 luglio al giudice Pablo Ruz una pen drive, che conterrebbe nomi e cifre del movimento di denaro al centro dello scandalo di tangenti che sta terremotando il governo spagnolo. Dalle prime indiscrezioni apparse sulla stampa iberica, in alcuni di quei file al vaglio dei magistrati ci sarebbero i pagamenti in nero effettuati dal 1993 disposti da “JM”. È su queste iniziali presenti nella lista che i pm inquirenti stanno concentrando le indagini e gli interrogatori.

Pesetas scomode
Nella lista Barcenas, all’inizio del 1993, risultano due cifre consistenti: 350.000 pesetas per Jose M. Orti – allora portavoce del partito in Senato – e oltre un milione di pesetas per tale “Pietro”, presumibilmente Pedro Arriola, consigliere dell’ex premier José María Aznar. Secondo chi indaga, l’unica autorità nel partito sopra Barcenas con capacità di dare indicazioni su tali pagamenti a queste due persone, era proprio José María Aznar, ex presidente. Le annotazioni dettagliate di Barcenas corrispondono agli anni in cui l’allora dirigente del partito aveva deciso di affidare alla tecnologia informatica la contabilità, che fino ad allora era stata tenuta su fogli scritti a mano e appunti stesi dal precedente tesoriere, Alvaro Lapuerta.

Pen drive
Per tre anni (1993, 1994 e 1995) Barcenas avrebbe modificato i manoscritti direttamente dal file del proprio pc che doveva aggiornare ogni volta in occasione dei singoli pagamenti. Nella sua apparizione davanti al giudice, Barcenas ha confessato che i pagamenti in contanti effettuati non erano dichiarati al fisco e che contenevano donazioni illegali da parte di imprenditori edili che sostenevano il governo. Su questo punto l’ex tesoriere del PP avrebbe consegnato al giudice due tipi di presunte prove per dimostrare la bontà delle sue affermazioni: la prima consistente in un faldone con documenti cartacei, la seconda con la pen drive contenente le informazioni immagazzinate in quel pc utilizzato da Barcenas quando era direttore e tesoriere del PP. La Corte ha stampato su carta il contenuto dei file che è al vaglio degli inquirenti.

L’interrogatorio
Durante l’interrogatorio il giudice ha chiesto a Barcenas i dettagli sulla contabilità riportata a mano, dal momento che nella lista ci sarebbe lo stesso acronimo relativo alla raccolta di denaro presente nella pen drive, ovvero le iniziali “JM”. Su questo punto l’ex tesoriere ha risposto evasivamente: “Non so … Potrebbe essere Jaime Mayor, potrebbe essere … José María Aznar potrebbe essere troppo, ma non posso dire. In altri casi sono stato schietto”. Alimentando i sospetti di chi legge nelle mezze ammissioni dell’ex tesoriere, la volontà di non sbilanciarsi su nomi significativi della politica spagnola.

Ferragosto di fuoco
Saranno chiamati a deporre tra qualche giorno l’attuale segretario generale del PP, María Dolores de Cospedal, e i loro predecessori Francisco Alvarez Cascos e Javier Arenas. Lo scopo è completare le indagini quanto prima anche perché su altri “capitoli” di quei passaggi di denaro si staglia l’ombra della prescrizione.

twitter@FDepalo

 

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