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Governo Pd-Grillo? Impossibile. Parola di Galli (Pd)

L’automatismo della decadenza dal seggio per la legge Severino non è costituzionalmente previsto, ragiona il deputato del Pd e docente di storia delle dottrine politiche all’Università di Bologna, Carlo Galli, sul caso Berlusconi. Galli in una conversazione con Formiche.net analizza le opzioni sul tavolo, con il dibattito su una crisi al buio e sulla drammaticità di un Paese vicino al “baratro” elettorale.

“Niente crisi al buio” ha chiesto il segretario Guglielmo Epifani. Ma come evitare le urne?
E’ forse possibile una convergenza tra il Pdl, se chiede solo una dilazione nella Giunta del Senato, e il Pd che vuole evitare crisi al buio. Un’evoluzione possibile potrebbe essere che la Giunta non tanto si rivolga alla Corte Costituzionale, cosa non ovvia, investendola del problema, ma che valuti con ponderatezza la questione. Intanto però si devono smorzare i toni, e così guadagnare tempo per uscire dalle finestre elettorali di crisi per il 2013.

Con quali paletti?
Non significa che il Pd, quando verrà il momento, debba decidere di votare a favore di Berlusconi in Giunta. Il Cavaliere dovrebbe accontentarsi di un’uscita dalla scena istituzionale non umiliante.

Che alternative ha?
Non può sottrarsi al voto della Giunta e poi dell’aula (se non con le dimissioni), né alla determinazione della pena accessoria che gli verrà comminata da Milano, quindi alla decadenza da senatore o per la legge Severino o per la condanna. Ma è anche vero che stando al governo si trova nella situazione a lui più favorevole: ogni altra ipotesi lo vedrebbe all’opposizione. Le elezioni anticipate non gli possono essere concesse, dunque ciò che sta cercando è forse una via di fuga con onore (si fa per dire). L’unica opzione che può essere ancora messa sul terreno, in linea teorica e che compete solo al Capo dello Stato, potrebbe essere la commutazione della pena, ad esempio in una fortissima multa. Ma resterebbe il problema delle sanzioni accessorie.

Come leggere il dibattito interpretativo che si è innescato sulla legge Severino?
L’art. 66 della Costituzione prevede che la decadenza del membro di un’assemblea legislativa possa avvenire esclusivamente attraverso il voto dell’assemblea stessa: una norma di tutela del corpo elettivo. Quindi non esistono automatismi.

Si inserisce qui il confronto tra costituzionalisti andato in scena sulla stampa?
Diversa cosa sono i consigli regionali e provinciali, in quanto organi amministrativi sui quali la legge Severino può dettare automatismi. Ovvero, in presenza di una condanna di un certo tipo non si è eleggibili. E se la condanna interviene quando già si è stati eletti, si decade automaticamente. La legge Severino ha la pretesa non solo di tenere i condannati fuori dal parlamento (che e’ compito dei collegi elettorali) ma anche di espellere i presenti che siano stati condannati. Fissare limiti all’elettorato passivo si può fare ma è un qualcosa di estremamente delicato.

Al pari della natura stessa della sanzione?
Sono propenso a credere che sia di natura amministrativa più che penale, ma come sappiamo anche per la prima può vigere il principio della non retroattività.

In questo caso vi sarebbe retroattività?
Alcuni propendono per il sì, altri per il no perché sostengono che la legge Severino entra in funzione dopo la sentenza di condanna. Quindi la sentenza è l’unico atto che conta, e non c’è nessuna retroattività. Io che non sono un tecnico del diritto vedo il tutto come una questione sulla quale si può discutere, anche se la mia opinione da profano è che la legge è costituzionale e applicabile.

Quindi?
Può essere ragionevole sentire molti pareri, con un rispiegamento di dottrina necessario e sufficiente: su un politico nazionale sarebbe la prima volta in cui si applica questa legge. Per me il tutto è abbastanza chiaro: la ratio legis vuole che Berlusconi decada, ma so che vi sono posizioni differenti anche da parte di persone non in malafede. Ma perché questa sia una strada praticabile, occorre che non ci sia il minimo sospetto di ricatto o di forzatura della sovranità delle istituzioni.

E se tutto ciò passasse come un atto di forza?
L’eversione dell’ordinamento sarebbe inaccettabile, come inaccettabile è la lotta contro l’ordinamento giudiziario condotta ricattando il governo. I problemi giudiziari di un singolo individuo non possono essere risolti dall’esecutivo. Detto questo, credo anche che l’idea della decadenza automatica ce la dovremmo dimenticare, in quanto non esiste a norma di Costituzione.

In caso di crisi immediata, crede che il Pd cercherà una maggioranza alternativa con i grillini?
È fantapolitica: i Cinque Stelle sono costituzionalmente incapaci di alleanze con chicchessia. Non le vogliono, e il loro non-statuto glielo vieta. Sarebbe già moltissimo se si prestassero a votare una nuova legge elettorale con un governo dimissionario. Ma quello sarebbe uno scenario da Paese allo sbando. Per cui accanto ad elezioni politiche con l’attuale legge, che Napolitano ha detto che non avrebbe mai concesso, ci potrebbero essere proprio le dimissioni del capo dello Stato. A parte questi scenari da incubo, con ogni verosimiglianza nuove elezioni con la vecchia legge produrrebbero il medesimo risultato dello scorso febbraio, ovvero la necessità di larghe intese. Forse è questo l’interesse di Berlusconi: andare nuovamente a larghe intese, ma da una posizione di forza che pensa di raggiungere come ‘martire’ della magistratura. Ma resterebbe in ogni caso ineleggibile, e il suo potere politico personale è destinato comunque a diminuire. Credo e spero che la sua intransigenza sia da leggere all’interno della sua natura mercantile, di grande trattativista. E che abbia l’obiettivo di mettere in difficoltà il Pd (ma questo fine sarebbe raggiunto meglio con posizioni meno estreme) e di premere indirettamente su Napolitano.

twitter@FDepalo



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