Scontro Giornale-Fatto su giudici e condannati dopo gli strascichi della sentenza Mediaset. Il Giornale insiste sui giudici e gli “Affari di toghe: lo strano doppio lavoro i nuovi guai per il giudice di Cassazione Antonio Esposito. Il magistrato guida infatti un ente di formazione che tiene corsi a pagamento. Come lo spiega? Con Vittorio Feltri che nel suo editoriale si chiede quale sia il dovere della pulizia. Mentre a centropagina spicca l’austerity a due facce, con l’Europa che dà più soldi ai partiti ma poi taglia gli stipendi agli spagnoli.
Al quotidiano di via Negri replica Il Fatto Quotidiano: “Processano il giudice, assolvono il condannato”. Il Csm apre una pratica disciplinare sul presidente della Cassazione Esposito, reo di aver detto che Berlusconi è stato condannato perché colpevole (in un’intervista di cui il Mattino non pubblica l’audio integrale). La giunta del Senato prende tempo: “Dateci le motivazioni su Mediaset”. Intanto il Partito dell’Impunità acquista nuove leve anche a sinistra, dove si lavora all’amnistia. Grillo: “Vogliono graziare il santo patrono di tutti gli evasori”. Con l’ironia dell’editoriale di Marco Travaglio: “Il pregiudicato innocente”.
Attacca il premier Letta Il Manifesto, definendolo “Il decadente”: Traballa l’esperimento delle larghe intese. Berlusconi non regge alla condanna e all’impossibilità del salvacondotto. Anche il fronte delle aziende lo spinge alla crisi. E nel Pd Epifani si irrigidisce: la legalità è più importante dell’esecutivo. Ma soprattutto c’è la sfida interna al partito, con Renzi già pronto ai nastri di partenza.
Il Mattino di Napoli, dopo il caos dell’intervista al giudice Esposito, vira sulle pensioni d’oro, con un’inchiesta sullo scandalo nel governo: Sentinelli, il più ricco d’Italia con 91 mila euro al mese, ex manager di Telecom, con i dati resi noti dal sottosegretario Dell’Aringa.
Attacca Il Tempo: “Governo in bilico e loro vanno in ferie”. Il quotidiano diretto da Sarina Biraghi mette l’accento su Epifani che condanna il Cav. Il Pdl insorge. Bagarre sull’incandidabilità. Larghe intese a rischio ma intanto i parlamentari fanno le valigie: un mese di vacanze. Spicca di spalla l’incontro tra Letta e Marchionne: “In Italia è possibile fare industria e il governo sta lavorando per questo. Lo ha detto il premier Enrico Letta, che ha ricevuto ieri a palazzo Chigi i vertici della Fiat, Marchionne ed Elkann“. E il direttore nel suo fondo osserva: “Se il rottamatore diventa bruto”.
“Soldi ai partiti, rinvio beffa” apre Il Messaggero, slitta ancora il taglio del finanziamento pubblico, riforma a rischio senza il varo entro settembre. Renzi: “Grave autogol del Pd. Il governo dura solo se fa le cose, il premier non usi me come alibi”. Il retroscena del giorno, firmato da Ettore Colombo, punta sull’ira di Berlusconi: “Niente dimissioni, anzi mi ricandido”. In evidenza a centropagina le tensioni del caso Snowden, con Obama che annulla la visita in Russia. Mosca: delusi, ma invito resta. E Francesco Grillo nel suo editoriale sottolinea il rischio globale di una ripresa che c’è, ma non siamo ancora fuori dal tunnel.
Renzi è l’apertura scelta da Repubblica: niente sconti a Berlusconi: “Non farò la foglia di fico del Pd”. Letta-Epifani, un piano B per votare subito. Con il retroscena di Claudio Tito: “Se i falchi esagerano, stacco io la spina”: “Cosa significa non farsi logorare? Rassegnare le dimissioni e non farsi licenziare. Se Berlusconi insiste, non perdere la faccia davanti agli elettori”. In questi giorni Enrico Letta ha condensato in queste parole la sua linea – scrive Tito – . Con il gruppo dirigente del Pd è stato piuttosto esplicito. Una sintesi che rende bene il senso della “tregua armata” tra democratici e Pdl. Ma che rischia di saltare già nelle prossime settimane. A settembre. Di spalla Ian Buruma tocca il caso egiziano, con il corsivo “Se il mondo applaude il golpe in Egitto”, in cui ragiona: “Egitto e Thailandia hanno poco in comune, ad eccezione di una cosa: in entrambi i Paesi, in epoche diverse, dei cittadini istruiti che si considerano con orgoglio democratici hanno finito per salutare con approvazione dei colpi di Stato militari contro dei governi eletti”.
Incentivi alle imprese che assumono, apre Il Sole 24 Ore, con un piano da 800 milioni per un posto ai giovani. Nel provvedimento anche lo stop all’aumento Iva. Mentre Alberto Orioli nel suo fondo “La strategia del formicaio” riflette sul fatto che “se due banchieri centrali (Ben Bernanke, capo della Fed, e il neopresidente della Bank of England, Mark Carney) hanno deciso di legare la loro azione all’abbattimento del tasso di disoccupazione significa che il tema del lavoro è diventato “sacro” quanto quello della moneta.
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