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Così hanno vinto i giustizialisti alla Travaglio

Con la sentenza di condanna inflitta a Silvio Berlusconi “hanno vinto i giustizialisti alla Travaglio”, certifica il comunicatore Claudio Velardi, già spin doctor di Massimo D’Alema a Palazzo Chigi ed animatore del blog thefrontpage, ma “non dimentichiamo che Berlusconi politicamente è finito ormai da tempo, e se è ancora in campo lo deve ad una sinistra così mal messa”.

E adesso scoppierà prima il Pd o il governo Letta?
Le cose marciano grossomodo parallele, nel senso che se si riuscirà a tenere assieme con lo sputo l’esecutivo sarà perché il Pd avrà trovato la maniera per non implodere. Personalmente, dubito che le cose si possano tenere insieme perché naturalmente è sul Pd adesso che si trasferiranno tutte le conseguenze di questa sentenza.

Crede che fra i renziani prevarrà la tentazione spallata?
Non lo penso, alla fine Renzi avrà un atteggiamento piuttosto prudente. La verità è invece che in fibrillazione al momento si trova l’ala più giustizialista del partito, l’anima più antiberlusconiana e più feroce. In Renzi la tentazione della spallata e un certo antiberlusconismo, possono essere strumentali magari per far cadere il governo, ma il nodo di fondo riguarda i sentimenti molto più radicati presenti fra i democratici.

La cosiddetta base che si agita?
Beh, quella crea più problemi ad Epifani e Civati che non al sindaco di Firenze.

La chiusa del videomessaggio di Berlusconi dedicata a Forza Italia è il tentativo ultimo del leader stanco e ferito di non uscire di scena?
Non lo penso, la mia teoria è un po’anomala rispetto alle altre e piuttosto peculiare. Io sostengo che Berlusconi sia finito da molto tempo, è ancora sulla scena solo perché la sinistra glielo ha consentito. Che avesse terminato il suo percorso era già chiaro nel 1995 quando non trovò il volante a Palazzo Chigi e fu fermato da un colpo di mano. Già allora la sinistra non fu in grado di offrire una risposta.

Ma poi governò cinque anni dal 2001 al 2006…
Fallendo miseramente, andando dietro alle teorie colbertiane e stataliste di Tremonti. Anche in quell’occasione la sinistra non riuscì a tenergli testa. Questa volta era in procinto di perdere le elezioni del 2013, ma non è uscito di scena perché ha trovato uno più incapace di lui che si chiama Bersani. Per cui il punto di fondo, insisto, non è il povero Berlusconi ma il fatto che non c’è stata una sinistra appena decente in grado di sconfiggerlo politicamente. Più la sinistra sarà incapace di dare risposte credibili al Paese, più Berlusconi avrà chanche di sopravvivenza: è il più grande tema italiano.

Nel suo editoriale oggi sul Messaggero, Piero Alberto Capotosti scrive che il post sentenza porta una doppia sconfitta, per politica e giustizia: sicuri che non ci sia almeno un vincitore?
Ha vinto Travaglio, era contento come un bambino ieri sera. I giudici sono certamente vincitori, in quanto la magistratura ha fatto formalmente fuori il suo nemico ventennale. Sono state necessarie decine di processi, migliaia di ore di lavoro dei magistrati sottratte ai problemi dei cittadini italiani, ma alla fine sono riusciti nel loro intento dimostrando che le loro tesi erano fondate, tanto di cappello.

Si iscrive al partito di quelli che sostengono la persecuzione giudiziaria?
Per me c’è stata e come cittadino credo che la riforma della giustizia sia il principale problema italiano. Onestamente Napolitano fa un po’ sorridere quando, una volta che sono già scappati i buoi, chiede la riforma della giustizia: è un appello che arriva fuori tempo massimo.

twitter@FDepalo


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