Nella giornata di ieri, quando il clima dello scontro fra Pdl e Quirinale era arrivato a temperature inaudite, in un articolo su Formiche.net si segnalavano i rischi per la sicurezza relativamente alla manifestazione di oggi in via del Plebiscito in cui avrebbero potuto – come da programmi – incrociarsi Esercito di Silvio e Sentinelle della democrazia.
Non solo, il pezzo indicava anche la inopportunità della presenza dei ministri e in particolare di quello dell’Interno, invitando esplicitamente Alfano a scegliere se restare al Viminale oppure alla segreteria del Pdl. Per le forze dell’ordine sarebbe stato “atipico” un eventuale intervento in una manifestazione cui partecipa il “proprio” ministro. Ieri sera sono arrivate due notizie buone. La prima, e forse la più prevedibile, era che la Questura non aveva autorizzato il popolo viola a manifestare in via del Plebiscito in concomitanza con il sit-in dei berlusconiani (concendendo però un’altra piazza).
La seconda notizia positiva riguarda la presenza dei ministri della Repubblica davanti a palazzo Grazioli. Anche in questo caso ha prevalso la ragionevolezza e la serietà. Nè Alfano nè i suoi colleghi (Lorenzin, Lupi e Quagliariello) saranno a manifestare nel centro di Roma. Ci sembra una scelta corretta nel merito ed anche il segnale che la tendenza incendiaria di alcuni esponenti del Pdl è riuscita a trovare un primo argine. La situazione economica e sociale del Paese è fortemente sotto stress.
La sentenza della Cassazione ha mostrato un Berlusconi plasticamente colpevole e insieme vittima. La reazione che è seguita ha trasformato il leader del centrodestra in colpevole e insieme carnefice.
Non sappiamo se il capo dello Stato vorrà e tecnicamente potrà concedere la grazie e neppure sapremmo immaginare come ripristinare quella “agibilità politica” che i pidiellini richiedono a gran voce per il loro capo. Abbiamo però contezza che la trasfigurazione in Caimano non sia utile a Berlusconi, ai suoi seguaci e sicuramente al Paese. Egoismo e altruismo in questo caso possono essere facce della stessa medaglia. Speriamo che questo pomeriggio in via del Plebiscito sia questo sentimento – quello dell’amor proprio e dell’Italia – a prevalere.