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Cara Marina Berlusconi, ci dica cosa vuole fare. Parla Matteoli

Marina Berlusconi a capo di Forza Italia bis? Non sarebbe sufficiente ammettere “Dal momento che mio padre è in difficoltà, allora arrivo io”. Dica cosa vuol fare, “i partiti sono cose serie”, ammonisce l’ex ministro Altero Matteoli, presidente della Commissione Lavori Pubblici al Senato. Che scaccia ogni perplessità su nome e sigla del nuovo contenitore scelto da Silvio Berlusconi per il futuro: “Io ci sono”.

E’ pronto, da destra, ad aderire a Forza Italia bis?
Più che da destra, dal Popolo della Libertà, dove sono. Sin dal primo momento ho detto che non importano nomi o sigle, contano il progetto, i contenuti e cosa si vuol realizzare. Se anche ieri avessi avuto dei dubbi, e non ne ho avuti, da oggi ho la certezza che non lascerei mai il partito con un leader in difficoltà. Sarebbe come scappare nel momento in cui tutto trema. Io resto. Se poi Berlusconi vorrà chiamarlo Forza Italia bis, non ho alcun problema.

L’ex ministro Rotondi, da queste colonne, ha detto che Forza Italia andrà alle stelle e Pannella sarà al 10%: condivide questo ottimismo?
Sono abbastanza ottimista, ma non dimentichiamo la profondissima crisi di tutti i partiti. Non solo Berlusconi tenta di fare Forza Italia, il Pd cerca di trovare una sintesi tra le varie anime che lo compongono, ma c’è un fatto che non esiste in nessun altro partito: nel Pdl, anche se fra noi c’è un dibattito acceso, tutti ci riconosciamo in un unico leader. Cosa che non avviene a sinistra, né al centro. Penso ai problemi interni di Scelta civica, dove evidentemente l’accordo Monti-Casini si è incrinato. Noi invece abbiamo un leader forte e certificato e gli elettori lo percepiscono. Non dico che gli altri partiti non hanno guida, ci mancherebbe, solo che non individuano un leader ma diversi piccoli esponenti che non trovano una sintesi.

Marina Berlusconi è un leader spendibile per un nuovo miracolo italiano vent’anni anni dopo?
Non amo dare giudizi su persone che non conosco. In questi anni non ho avuto la fortuna di conoscerla personalmente per cui non sono in grado di esprimermi. Dico solo che le monarchie non mi sono mai piaciute, però può darsi che Marina sia brava quanto il padre. E se dovesse decidere di scendere in campo, avrà il dovere di confrontarsi con il partito, dire cosa vuol fare. Inoltre non sarebbe sufficiente che ammettesse: “Dal momento che mio padre è in difficoltà, allora arrivo io”. I partiti sono cose serie, frutto di un vissuto da parte di quei molti che, adesso, hanno bisogno di conoscere direzione e obiettivi. Certamente è vero che viviamo sempre più in una società basata sull’immagine, e Marina Berlusconi dispone di un’ottima immagine. Ma per guidare un partito occorre anche qualcos’altro.

Quali gli errori commessi dal Pdl che il nuovo partito berlusconiano non dovrà commettere?
Aver tentennato troppo, dal momento della nascita, sulla natura stessa del partito: se agile, forte, leggero, con o senza tessere e iscritti. Si è perso molto tempo discutendo di strutture e modalità. Quando sento parlare di rifare Forza Italia in maniera agile e senza iscritti, penso che ciò potrebbe andar bene per una compagine piccola, dal 2%, come ad esempio i Radicali. E non per un contenitore ampio che punta a numeri come il 30% dei consensi che invece avrebbe bisogno di regole, precise e che tutti hanno il dovere di rispettare, per stare insieme. In caso contrario si sfalderebbe.

twitter@FDepalo


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