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La minaccia di Letta sull’Imu vista dalla stampa

“Se cade il governo si paga l’Imu”, è il titolo più gettonato sulle prime pagine dei quotidiani di oggi. Il Mattino: Letta, “L’agibilità di Berlusconi? Pensiamo al Paese”. Il Pdl: mantenga gli impegni. Nel fondo Mauro Calise ragiona sul partito unico “di chi non vuole cambiare nulla”. E nel suo corsivo Oscar Giannino osserva che Lavoro e riforme, sono “le incompiute delle larghe intese”.

Stessa scelta per Repubblica: “Letta: se c’è la crisi torna l’Imu”. E annuncia: “Non mi occupo del caso Berlusconi”. Insorge il centrodestra. Il vicepremier Alfano replica: “Si va avanti e la tassa non ci sarà”. Intanto, sul caso Esposito, i componenti laici Pdl del Csm vogliono accelerare il processo al giudice. Mentre sull’eventualità di fissare entro agosto la giunta del Senato sulla questione della decadenza del Cavaliere, come chiesto dal M5S, il presidente Stefàno frena: “Niente anticipi”. Spicca di spalla la scomparsa del giornalista di lungo corso Nello Ajello, pochi giorni dopo la moglie, con il ricordo vergato da Eugenio Scalfari su “60 anni insieme: passioni e idee”. E a centropagina lo shock per il suicidio del ragazzo gay “Votare subito la legge sull’omofobia”.

Pdl, “Scende la grazia sale l’insofferenza” scrive Ugo Magri nel suo editoriale sulla Stampa, con tre interviste sul caso del giorno: “Lasciare a Marina parrebbe una ritirata”, dice Cicchitto; “Pd, stai attento a questi alleati”, osserva Marino; “Le sentenze vanno rispettate” secondo Vittadini. E l’ex premier britannico Tony Blair di spalla interviene sul Medio Oriente, “la speranza tra i conflitti”.

L’Unità punta su “La destra dopo Berlusconi”: anche se lo negano, nel Pdl si è aperta la successione politica dopo la condanna definitiva. Intervista a Cicchitto: “Il nostro futuro non è Marina”. Andrea Romano: “Una sentenza non cancellerà il berlusconismo”. E Prospero: “La sfida è superare la formula del partito-azienda”.

Sul Tempo in evidenza “la strategia”: il premier riconosce l’accordo delle larghe intese e scongiura la sfiducia. Nel decreto Fare 2 rilancio del mattone e taglio dei costi energetici per le imprese. Con a centropagina Daniela Santanché certifica: il governo è finito, ora tocca a Marina mentre Francesco Damato nel fondo ritorna sul “pasticcio di Monti”. Spazio alla “campagna di avvicinamento” del leader dell’Udc: Casini come Berlusconi. “La campagna di avvicinamento è lenta, ma inesorabile. Dopo la fallimentare esperienza montiana, Pier Ferdinando Casini continua a sgomitare per rientrare nelle file del centrodestra. E allora ricorda quello che il Pdl continua a dire”.

Il Messaggero punta su una notizia che sta terremotando il Paese: “Tagli agli statali, via in 200 mila”. Pubblico impiego, allo studio un piano dell’esecutivo. L’ipotesi dei pensionamenti anticipati. Le risorse recuperate (2 miliardi) premieranno la produttività. Primi contatti con i sindacati. Con la proposta dell’economista Giulio Sapelli nell’editoriale su una riforma radicale per salvare la PA. A centropagina spicca il dossier contro gli sprechi, con nel mirino le società dei Comuni.

Attacca Il Giornale: Giustizia malata, la lobby dei giudici rossi. “Vi raccontiamo la vera storia di Magistratura democratica, che da 50 anni fa politica indossando la toga Errori, ricorsi e fortuna: così Esposito arrivò alla Cassazione. E perfino Pisapia lo attacca: “Si dimetta”. Francesco Alberoni, nella sua finestra del lunedì ragiona sullo “strapotere di un potere prepotente”: La magistratura ha soppiantato Parlamento e governo, “occorre mettere dei paletti”.

“Uomini che pagano le donne” titola Il Fatto Quotidiano nella consueta veste inchiestistica del lunedì: 2,5 milioni di italiani vanno con le prostitute, single e sposati, manager e disoccupati. Ecco le loro confessioni segrete. E il diario di una ragazza da marciapiede. Mentre Liuzzi e Sansa danno conto di un altro episodio legato a Mani pulite: sequestrati nel ‘94 26 milioni nei forzieri di Bankitalia. Trovato il tesoro dimenticato di Poggiolini.

E Il Sole 24 Ore titola invece: “L’impennata dei reati tributari”. L’effetto crisi spinge gli omessi versamenti dell’Iva e delle ritenute – Da gennaio a giugno scoperti oltre 4.200 evasori totali. Denunce della Guardia di Finanza in aumento del 12% rispetto al 2011. Con il corsivo di Bruno Assumma sull’occasione giusta per ripensare gli automatismi.

twitter@FDepalo

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