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Siria, numeri e strategia della difesa di Damasco

Se lo svolgimento del conflitto siriano è ancora in bilico, non lo sarà di certo il suo esito. Le forze a disposizione di Washington e Damasco sono assolutamente impari per numeri, efficacia e modernità.

Tuttavia il regime di Bashar al-Assad potrà contare su un vasto sistema di difesa di provenienza prevalentemente russa o ex sovietica, come si legge sul Corriere della Sera in un’intervista a Pietro Batacchi, direttore di Rid, Rivista italiana difesa , che alle forze armate siriane ha dedicato un’analisi alcune settimane fa, ripresa in qualche stralcio.

LA DIFESA DI DAMASCO
I sistemi missilistici antiaerei in dotazione all’esercito di Assad – scrive il quotidiano diretto da Ferruccio De Bortoli – non sembrano avere alcuna possibilità di difesa contro i Tomahawk americani. In teoria i Pantsyr S-1 (nome in codice Nato SA – che sta per surface-air, superficie-aria – Greyhound) potrebbero agganciarli e distruggerli, ma gli esperti calcolano non più di 3-4 centri ogni 100 missili cruise che entrano a bassa quota nello spazio aereo siriano. I Pantsyr sono i sistemi d’arma antiaerei più moderni in possesso dei siriani, che si stima ne abbiano comprati dai russi tra i 36 e i 50 esemplari.
A sostegno tre nuove batterie di Buk M-2 (SA-17 Grizzly), anch’essi costruiti per intercettare bombe a guida remota e missili cruise. Tutto il resto è materiale più vecchio, rimodernato ma risalente come minimo agli anni Ottanta del secolo scorso.
Il regime, inoltre, – come si legge in un briefing a cura del Centro Studi Internazionali presieduto da Andrea Margelletti – dispone di postazioni di difesa costiera sopravvissute al raid israeliano dello scorso luglio ed equipaggiate con i sistemi K-300P Bastion (SSC-5 per la NATO), localizzate nell’area di Latakia.

LE ASPETTATIVE SIRIANE
Damasco sperava e confida ancora molto in un aiuto più consistente da parte di Mosca. In particolare Assad vorrebbe utilizzare gli S-300, un sistema di sistemi missilistici terra-aria a lungo raggio realizzati in varie versioni in Unione Sovietica e Russia, in grado di intercettare molti tipi di incursori, dai missili balistici ai cruise. Può seguire 100 bersagli contemporaneamente e ingaggiarne 12, spiega il quotidiano di via Solferino.
Un’opzione come questa – pare già acquistata dal regime – consentirebbe alle difese siriane di irrobustirsi molto, anche se i tempi necessari per lo schieramento e la formazione del personale sembrano pregiudicarne un eventuale uso a breve.

Sulla Siria gli Stati Uniti “perdono” lo storico alleato britannico (fonte video: Euronews)

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