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W il senatore Esposito del Pd che non ci sta e denuncia violenze e intimidazioni dei No Tav

“Basta! L’altro ieri le minacce all’avvocato Bertolino, parte civile in uno dei processi ai No Tav, ieri come se non bastasse l’hackeraggio del suo indirizzo di posta elettronica e la diffusione del contenuto subito applaudito sul sito dell’ala autonoma e anarcoinsurrezionalista del movimento no tav. Il copione delle minacce si compone quindi di un altro tassello: prima gli operai, le imprese che lavorano per la realizzazione dell’opera, l’incendio dei mezzi, le minacce ai politici, gli insulti ai magistrati ed ora si colpiscono gli avvocati di parte civile”. Lo dichiara Stefano Esposito (nella foto), senatore del Pd, vicepresidente della ottava Commissione permanente (Lavori pubblici, comunicazioni) di Palazzo Madama.

“Tutte queste azioni – continua Esposito – stanno cominciando, se pur tardivamente e con troppa lentezza, ad aprire gli occhi della società civile sulla reale portata criminale di una parte degli oppositori no tav. Per questa ragione oggi voglio denunciare pubblicamente l’avvocato Alessio Ariotto, componente del Legal Team No Tav. Questo signore, che dovrebbe comunque essere legato ad un codice etico comportamentale a cui tutti gli avvocati al di la dei clienti che scelgono di difendere sono sottoposti, utilizza il suo profilo di Facebook per insultare pesantemente le Forze dell’Ordine, i magistrati impegnati nel far rispettare la legge (a cominciare dal Procuratore Caselli), fino ad arrivare ad incitare in maniera inequivocabile alla violenza. L’avvocato Ariotto oltre a difendere legittimamente i No Tav, dedica molto tempo a proclami che ritiene probabilmente “rivoluzionari”; in realtà non sono altro che incitazioni alla violenza”.

Il senatore Pd avvisa che “assistere in modo indifferente rischia di renderci tutti complici, per questo lunedi’ procederò ad un esposto querela nei confronti di questo signore presso la Procura della Repubblica di Torino e invierò medesima denuncia all’ordine degli Avvocati. L’avvocato Ariotto ha il diritto di svolgere la sua professione ma ha il dovere di rispettare le istituzioni con le quali si confronta. Sarebbe come se l’avvocato Coppi, mentre difende Berlusconi dall’accusa di evasione fiscale e del pagamento di tangenti, contemporaneamente incitasse pubblicamente a commettere quei reati”.

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