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Le giravolte spagnole di Grillo su Telecom e Telefonica

Telefonica acquisisce il controllo di Telecom, e questo è un dato lampante. Più difficile, invece, comprendere quale sia l’opinione di Beppe Grillo in merito alla cessione.

Parlando dello stesso argomento, sul blog del comico genovese sono comparsi due post di segno completamente opposto, tali da far sovvenire il dubbio che il Movimento 5 Stelle sia ormai ostaggio di una sorta di sindrome da Dr. Jekyll e Mr. Hyde, che gli fa dire tutto e, sempre più spesso, il contrario di tutto.

Nel 2010, un post pubblicato sull’organo ufficiale dei grillini, si esercitava in una severa critica alla politica, rea di “un saccheggio continuato, pianificato e portato a termine con cinismo di quella che era tra le più potenti, innovative e floride società italiane. Fondamentale per le politiche di innovazione del Paese“.
Tanto che, in conclusione, si chiedeva al governo di “intervenire per bloccare la vendita a Telefonica con l’acquisto della sua quota“.

Tutto chiaro? No. Stamane il comico genovese è tornato sull’argomento, lanciando i suoi consueti strali contro la classe dirigente del Paese, ma chiedendo per Telecom una sorte totalmente differente. “Cari Bernabè e Galateri – si legge nel nuovo post di Grillo – vendete quello che è rimasto a Telefonica, restituite la dorsale allo Stato e dopo andate a casa, insieme al consiglio di amministrazione, prima del fallimento“.

Il perché di questa giravolta del comico non è dato saperlo.

Avrà forse fatto marcia indietro a causa dei molti commenti contrari al suo primo post, troppo tenero con i presunti responsabili del “disastro”?

Si sarà consultato con il guru del M5S, Gianroberto Casaleggio, che per Telecom ci ha anche lavorato? Misteriosi misteri.

E se, come recitava un vecchio spot della compagnia telefonica italiana, una telefonata potrebbe aver “allungato la vita” (politica) di Grillo, probabilmente non è servita a chiarirsi (e chiarirci) le sue idee.

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