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Boeing e Mezzogiorno, un binomio vincente. Parla Bruni

E se l’Italia ripartisse dal Mezzogiorno e le sue eccellenze? L’invito lanciato dal premier Enrico Letta sabato dalla Fiera del Levante di Bari è raccolto da Marcello Bruni, direttore comunicazione Boeing per Italia, sud Europa e Israele. In una conversazione con Formiche.net sulle future strategie del gruppo, Bruni pone l’accento proprio sulle eccellenze “a sud”, come il polo jonico di Grottaglie dove è stata realizzata la fusoliera del nuovo 787 Dreamliner in fibra di carbonio.

Boeing 787-9: primo volo entro pochi giorni?
Il primo volo del 787-9, l’ultimo arrivato della famiglia, credo sia abbastanza cauto e ottimistico immaginarlo nella settimana corrente.

La cosiddetta variante – C del motore Rolls sarà la principale novità?
Le scelte vengono adottate sempre dal cliente finale, sia per quanto concerne la parte del motore sia la configurazione finale di ogni velivolo.

L’Italia per Boeing, alla luce dell’esperienza di Grottaglie, è imprescindibile anche dal punto di vista produttivo?
Specialmente per quanto concerne la parte produttiva, l’Italia è un punto di riferimento importante per quella che io amo definire una triangolazione: il nostro Paese fa parte di questa realtà con Giappone e Stati Uniti. Certamente il futuro dell’aerospazio commerciale non può che passare dall’Italia e in modo particolare dalla Puglia visto e considerato l’apporto del polo di Grottaglie, un vero aeroporto di eccellenza che ci convince sempre più dell’esigenza di sostenere iniziative dirette a sinergie con partner già rodati.

Quanto stanno incidendo le difficoltà economiche europee nelle vostre strategie incentrate sul Vecchio Continente?
Non necessariamente e sicuramente non nell’immediato. L’Italia, così come altri Paesi membri, è stata scelta per una motivazione ben precisa: ovvero rientra all’interno del novero di quelle capacità di eccellenza tecnologica. Da pugliese penso orgogliosamente agli stabilimenti di Grottaglie e di Foggia. Senza dimenticare quello di Pomigliano, come progetti – partner di Finmeccanica.

Cosa ha rappresentato il 787?
Un investimento che definirei “continuativo”, in quanto riguarda i prossimi quarant’anni. Un dato significativo e sul quale invito a riflettere perché presenta numeri rilevanti nonostante i venti di crisi.

All’orizzonte nuove tratte internazionali targate Boeing, come Londra-Austin e Chengdu-San Francisco. Quali i riverberi per l’area euromediterranea?

Le nuove tratte sono dettate esclusivamente da fattori economici di spostamento fisiologico commerciale. Vengono dettate anche dalle nuove tecnologie, penso a un nuovo aereo come il 787 che va, come target, a impattare non su una capacità intercontinentale ma a un bacino di utenza più ristretto ed efficiente, oltre che maggiormente remunerativo per le compagnie aeree.

Il Citizen Journalism che il gruppo Boeing stimola nelle scuole italiane è un altro segno di attenzione a nuove potenziali risorse?
Siamo molto attivi su questo versante, specialmente per la zona di mia competenza come il Sud Europa. Ci riteniamo cittadini effettivi delle località dove produciamo, accanto ai nostri partners. Un progetto, su tutti, è proprio il comparto scuola a cui dedichiamo molta attenzione. Il Citizen Journalism è una definizione a me cara per incentivare gli studenti liceali ad essere più partecipi nella vita politica, culturale e sociale del Paese, quindi anche oltre i propri personali steccati.

Quali gli obiettivi di Boeing per il 2014 dal punto di vista degli investimenti e del rapporto con Airbus?
Con Airbus c’è questo rapporto continuo di “odio, stima e amore” ma sicuramente non sono loro il nostro punto di riferimento per quanto concerne le nuove strategie. Continuiamo a produrre sempre nel migliore dei modi, tentando di essere sempre più attenti ai bisogni dei nostri clienti, ovvero le compagnie aeree e le varie forze armate in giro per il mondo.

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