La giornata politica di ieri è stata pesante. E deve essere stata particolarmente difficile per Sandro Bondi, uomo abitualmente di carattere e toni miti, sballottato tra falchi, colombe e altre bestie strane, magari troppo a lungo esposto alle invettive della Santanchè, equivalente politico dei bulli che vanno allo stadio non per vedere la partita, ma nella speranza di menare le mani.
Fatto sta che il coordinatore del Pdl (qualunque cosa questa carica significhi ancora) deve aver dormito male, e stamattina deve essersi svegliato con la luna storta. Così ha deciso di dismettere i suoi soliti toni soavi o addirittura poetici, rilasciando dichiarazioni a brutto muso nei confronti di Napolitano e (Enrico) Letta.
Così, nella visione di Bondi, “già il fatto che presidente del Consiglio e presidente della Repubblica concordino una linea da seguire dopo il gesto etico e civile assunto dai parlamentari del Pdl, rappresenta un atto di sfida e di ricatto”.
Cioè, il ricatto non è quello di un partito che minaccia dimissioni di massa per salvare il suo leader, non è quello di una forza di maggioranza che lega la sopravvivenza del governo a una pretesa di forzare le regole a vantaggio di un pregiudicato, non è quello di ministri che pretendono di inserire nella verifica di governo il tema giustizia – che ovviamente significa risolvere i guai con la giustizia di Berlusconi – ma è quello di un Presidente della Repubblica e di un capo di governo (nominato, a norma di Costituzione, da quello steso Presidente della Repubblica), che addirittura, con un gesto eversivo, inaudito e senza precedenti, concordano una linea da seguire!
E tanto per rincarare la dose, Bondi aggiunge anche che “l’iniziativa concordata di Napolitano e Letta è un’ulteriore umiliazione del popolo dei moderati”. Popolo che, bisogna riconoscerlo, ha subito nell’ultimo ventennio plurime umiliazioni. Soprattutto da parte di un partito – Pdl o Forza Italia che sia – che pretende di rappresentarlo e che nei suoi uomini di maggior rilievo non ha nulla, ma nulla di moderato. A cominciare da Bondi.