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Un contrappasso infernale

Non conosceremo la nostra condanna fino a quando, in funzione del nostro peccato, non ci sarà mostrata dal Caronte che ci accoglierà e che ci traghetterà all’altra riva. Il passaggio sull’Acheronte, in questo malandato Paese, sarà più complicato e assurdo di quanto la più fantasiosa mitologia possa aver composto. La condanna per contrasto era l’opposto del peccato: gli ignavi erano costretti a correre per l’eternità dietro ad un vessillo bianco. Non erano stati capaci di schierarsi e di conseguire il bene comune. La condanna per analogia costringerà a soffrire una condanna uguale al peccato commesso.: dimettersi per salvarne uno, e mandare a scatafascio tutto il resto, provocherà qualche dubbio amletico nei satanelli che avranno qualche problema nel comminare la pena. Quale potrebbe essere il contrappasso per chi invece di “sacrificarsi per i suoi” fa sacrificare un Paese intero non per ipotetici benefici ma per un orgoglio smisurato, per un onnipotente delirio di vittoria, per una concupiscenza prevaricatrice e sterile. Non vale che i liberti dell’imperatore, schiavi ed incompetenti, si fronteggino con altrettanti stupidi e piccoli uomini della parte avversa. Qualunque altro soggetto o qualunque altra cosa, in questo contesto, è migliore di scelte tanto scellerate. E chi non si ritiene parte del sistema, facendo il gioco degli scellerati, avrà, per contrappasso, una pena ancora maggiore.
La gravità della situazione non viene capita fino in fondo. Lo scenario per i prossimi giorni, per i prossimi anni e per le future generazioni, può diventare peggiore di qualunque infernale scenografia hollywoodiana. E pensare che qualcuno in questo momento contrabbanda un punto percentuale di imposta indiretta per giustificare comportamenti che creano un infinito caos.
Un altro punto di vista potrebbe essere quello di chi in futuro lontano, tornando in questo disordinato presente, possa pensare che per distruggere un solo uomo sia stato distrutto un intero Paese.
L’unica speranza che avevamo era quella riposta in un vecchio uomo, che aveva posto condizioni stringenti, per giustificare una novazione istituzionale per la sua rielezione al “soglio”, laico, più alto.
Non sappiamo cosa augurarci. Non potendo sapere ciò che farà Caronte, vogliamo sperare che gli elettori, alle prossime elezioni, sappiano discernere e scegliere il meglio per il Paese: sempreché possano essere chiamati a votare con una legge elettorale diversa. Comunque andrà è necessario ripensare la nostra democrazia, rielaborare il nostro posto nel mondo, rivisitare gli effetti delle nostre mancanze e le omissioni della nostra mancanza di audacia, nel governare e nel farci governare.

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