I dati Istat diramati oggi chiariscono le caratteristiche della fase congiunturale in atto e aiutano a qualificare con più chiarezza le attese di ripresa. Il ciclo italiano si conferma una volta di più sostenuto dal settore estero; sull’evoluzione positiva delle esportazioni incide anche il turismo in entrata come dimostrato dal balzo delle spese dei cittadini non residenti. Questo fenomeno dovrebbe trovare conferma anche nel terzo trimestre.
Al contrario la domanda interna ha continuato a scendere a ritmi pressoché costanti nella prima parte del 2013. Gli investimenti presentano un segnale meno sfavorevole essendo una componente di spesa maggiormente legata all’export. Inalterata è rimasta la debolezza nei consumi delle famiglie; è possibile che in questo caso si siano manifestati comportamenti precauzionali indotti da incertezza e necessità di ricostruzione dei risparmi.
Le domande senza risposta che pendono sulle teste delle famiglie (come ad esempio quale sarà l’ammontare della futura service tax, la convenienza di un eventuale anticipo sull’acquisto dell’auto prima del paventato aumento IVA, le incerte prospettive occupazionali che possono tradursi in disoccupazione nei prossimi mesi) generano un disincentivo alla spesa, ove ve ne fosse la possibilità.
Gli elementi per qualificare le attese di ripresa non sono tutti favorevoli: il sostegno viene dall’estero, l’incertezza della politica economica e la persistente debolezza dei redditi dei cittadini terranno bassa la domanda interna.
Siamo quindi di fronte a una prospettiva del tutto insufficiente rispetto alle esigenze di recupero della nostra economia e di attenuazione dei gravi squilibri del mercato del lavoro.