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Ecco come Papa Francesco ha ispirato il Meeting di Sant’Egidio

Dal 29 settembre all’1 ottobre 2013 leader di tutte le religioni e personalità del mondo della cultura e della politica provenienti da più di 60 Paesi giungeranno a Roma per prendere parte all’incontro internazionale interreligioso per la pace dal titolo ‘Il coraggio della speranza: religioni e culture in dialogo” promosso dalla comunità di Sant’Egidio e giunto ormai alla ventisettesima edizione.

L’evento è stato presentato ieri nei locali di Radio vaticana dal presidente della comunità di Sant’Egidio Marco Impagliazzo, il quale, assieme al fondatore Andrea Riccardi, la settimana scorsa aveva presentato l’iniziativa anche a Papa Francesco.

L’influenza di Papa Francesco
“Il titolo dell’incontro – ha sottolineato Impagliazzo rievocando la veglia di digiuno e preghiera voluta da Bergoglio – trova conferma nel modo in cui sinora è stata affrontata la situazione siriana: senza coraggio della speranza, accettando il conflitto come un un destino inevitabile”.

“Fino ad oggi – ha commentato Impagliazzo a Radio Vaticana –  le diplomazie hanno mostrato un grande limite nel conflitto siriano e c’è voluto l’appello di Papa Francesco per smuovere le coscienze. Il Papa ci ha insegnato che la violenza non è mai inevitabile, può essere evitata, che la guerra porta soltanto altra guerra, ciò che è confermato pienamente dall’esperienza di Sant’Egidio in tante situazioni di conflitto in cui abbiamo mediato e siamo stati facilitatori”.

Tra i temi trattati dai panel, oltre alla crisi in Siria e in Medio Oriente, l’America Latina di Papa Francesco, il terrorismo religioso, le religioni e la violenza sulle donne, l’immigrazione dall’accoglienza all’integrazione.

Il programma
Il convegno si articolerà in un’assemblea plenaria di apertura che avrà luogo domenica 29 settembre presso l’auditorium ‘Conciliazione’. Numerosi panel si svolgeranno nelle tre sessioni di lunedì 30 settembre mattina, pomeriggio e martedì 1 ottobre mattina, in diverse sale, tutte nel centro storico della città. La cerimonia finale del meeting, dopo gli incontri di preghiera delle diverse religioni, avrà luogo la sera di martedì 1 ottobre in Piazza del Campidoglio. Allora sarà proclamato l`appello di Pace di Roma 2013. Lunedì 30 settembre i partecipanti saranno ricevuti da Papa Francesco.

I partecipanti

Il premier e i ministri del governo italiano

Ad aprire il meeting interreligioso sarà il premier Enrico Letta. La presenza del premier è prevista all’assemblea di inaugurazione nell’auditorium di via della Conciliazione. Tra i ministri del governo italiano che prenderanno parte ai vari panel sono previsti Cecile Kyenge (Integrazione), Mario Mauro (Difesa), Graziano del Rio (Affari regionali e autonomie), Flavio Zanonato (Sviluppo economico). Prevista la presenza anche del sindaco di Roma Ignazio Marino, del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, del sottosegretario agli Esteri Mario Giro e del vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani. Prevista – ma non ancora confermata – la presenza dell’ex premier Mario Monti.

Cardinali e vescovi da tutto il mondo

Molti i leader internazionali di varie religioni che parteciperanno. Oltre a molti cardinali (Etchegaray, Vallini, Sepe, Tauran, Onaiyekan, Sandri, Sistach, Ouellet, Poupard, Martino, De Giorgi, Rylko, Puljic, Kasper, Vegliò, nonché quattro degli otto porporati nominati dal Papa per riformare della Curia romana: Bertello, Monsengwo Pasinya, Gracias e Marx), ci saranno numerosi vescovi di tutto il mondo, nonché vari esponenti di patriarcati ortodossi e Louis Raphael I Sako, patriarca di Babilonia dei caldei (Iraq).

Ospiti dal mondo protestante, ebraico e islamico

Presenti molti esponenti del mondo protestante, molti di quello ebraico (compresi il rabbino capo della comunità di Roma Riccardo di Segni, il leader degli ebrei italiani Renzo Gattegna e il presidente degli ebrei romani Riccardo Pacifici, nonché il rabbino di Buenos Aires Abraham Skorka). Variegata la rappresentanza del mondo islamico.

Spiccano, in particolare, le presenza di due esponenti dell’università egiziana sunnita di al Azhar e di un rappresentante del movimento giovanile egiziano 6 aprile e quella del portavoce dell’Arab Commission for Huma Rights siriano, Haytham Manna. L’islam italiano sarà rappresentato da Elzir (Ucoi), Pallavicini (Coreis), Dolal (consulta dell’islam in Italia) e Redouane (centro culturale islamico di Roma).

Parteciperanno al meeting di Sant’Egidio, infine, esponenti delle religioni non abramitiche (buddhismo, induismo, sikhismo, jainismo, scintoismo, oomoto, zoroastrismo. Tra le personalità politiche non italiane, interverrà la presidente della Repubblica del Malawi Joyce Banda e la granduchessa di Lussemburgo Maria Teresa.

 

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