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Elezioni in Germania, ecco i candidati più giovani e multiculturali

In una campagna elettorale ormai ridotta ad un dibattito fine a se stesso sui colori delle alleanze possibili all’indomani del voto, lo spazio dedicato ai temi che interessano (anche) i giovani è stato estremamente limitato. Internet e diritti civili, ancora oggi cavalli di battaglia della Piratenpartei, partito giovane per antonomasia, e, seppur in misura minore, anche di Grüne e liberali hanno fatto capolino nel dibattito pubblico in ben poche occasioni, la maggior parte delle quali riconducibili allo scandalo sul programma PRISM dell’NSA, sul cui reale coinvolgimento della Germania la signora Merkel è riuscita a sfuggire alla richiesta di chiarimenti che proveniva da media ed opposizione.

D’altronde, temi a parte, gli elettori più giovani sembrano non conoscere nemmeno la data esatta in cui si andrà alle urne. In un sondaggio realizzato dal settimanale Stern a fine agosto, solo il 46% degli intervistati tra i 18 e i 29 anni sapeva indicare con precisione il 22 settembre come giorno della Bundestagswahl, l’elezione federale.

La Politikverdrossenheit, ossia il malcontento dei cittadini nei confronti della classe politica, sembra toccare in particolare le nuove generazioni. E questo benché siano diversi i giovani candidati nelle liste dei principali partiti presentatitisi alla competizione elettorale. A dieci di loro, il 26 agosto scorso, è stato persino dedicato un servizio dall’edizione online del settimanale Der Spiegel.

La rassegna incomincia con Marie Dazert, ecologista ventenne del Nordreno-Westfalia, che al Bundestag vorrebbe impegnarsi proprio per abbassare a 16 anni l’età per il diritto di voto alle elezioni federali. A Brema, invece, la CDU presenta nelle sue liste (anche se piuttosto in fondo…) uno studente ventiduenne, Marcel Freihorst, deciso a migliorare la politica dell’istruzione, che però in buona parte è competenza del Land e non della Federazione… Nella città industriale di Duisburg i socialdemocratici presentano un giovane 26enni di origini turche, Mahmut Oezdemir, impegnato a concludere la sua pratica legale e desideroso di creare un codice di diritto penale dell’economia.

Tra i Pirati, presenti già in quattro parlamentini regionali, c’è l’imbarazzo della scelta. Uno dei principali dirigenti del movimento è Katharina Nocun, nata in Polonia nel 1986. Anche tra i conservatori comunque sembra esserci spazio per le nuove leve. In ottima posizione nelle liste cristianosociali bavaresi c’è Katrin Albsteiger, ventinovenne leader della Junge Union regionale.

Nella CDU si presenta Steffen Kanitz, stessa età della Albsteiger, laureato in economia aziendale e in politica con i democristiani da quando ne aveva sedici. I liberali, invece, lanciano un giovane ventottenne di origini cinesi, Loi Vo, impegnato già da anni nell’organizzazione giovanile del partito a Regensburg. L’impronta multiculturale delle liste elettorali non è però limitata alle nuove generazioni. Il partito socialdemocratico candida quello che potrebbe essere il primo politico di colore ad entrare al Bundestag: si chiama Karamba Diaby, ha origini senelegasi, vive ad Halle (nell’Est della Germania) ed è tedesco dal 2001. I cristianodemocratici della signora Merkel schierano, invece, Cemile Giousouf, la prima musulmana nella storia di un partito con radici cristiane. Nata in Grecia, in una regione a forte minoranza turca, Cemile ha trentacinque anni e da sempre si occupa di temi legati all’immigrazione e all’integrazione. Il fatto di essere in un partito cristiano non la disturba: “I credenti, non importa di quale religione, hanno interessi affini. Sia i musulmani, sia i cristiani vogliono che vi sia un’educazione religiosa nelle scuole”, spiega.

Difficile dire se tutti questi candidati giovani e di origini straniere incideranno sul risultato finale, ad oggi ancora in bilico. Di certo rappresentano molto bene la Germania del nuovo millennio, ad ogni livello sempre più un concentrato di culture.



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