“Se si vota con il voto segreto, Berlusconi è salvo e il pdmenoelle è morto. Se si abolisce il voto segreto, Berlusconi decade e va in galera e il pdl è morto. Un vicolo cieco per i due appassionati amanti che non vogliono separarsi perché non possono vivere politicamente uno senza l’altro”.
Dopo averci provato con espulsioni ed epurazioni, con Casaleggio a Cernobbio e poi ancora con il permesso ai suoi di andarsi a confondere nei pollai dei talk show, Grillo si affanna a trovare un po’ di visibilità mediatica – se non un titolo, almeno un sottotitolo – e torna all’antico, rilanciando la mistica dell’inciucio, del soli contro tutti, degli altri brutti e cattivi se non dei grillini buoni, bravi e puri.
A leggere il resto del post grillesco, emergono qui e là picchi sospesi tra l’ansia e la speranza che Pd e Pdl, anzi soprattutto il Pd, facciano un favore ai cinquestelle. Si odono infatti echi di “nel segreto dell’urna però tutto può succedere” e “neppure Bersani e Epifani si fidano del pdmenoelle”, che suonano quasi come una speranza nella salvezza di Berlusconi per poter ricominciare a usare il megafono come un manganello.
Solo che lo stesso Grillo, che maschera il tutto come una battaglia per il voto palese e la trasparenza, si lascia sfuggire come anche la segreteria Pd stia spingendo per il voto palese in Senato. Insomma, fa la battaglia degli altri, e spera anche di perderla per poter dire di aver vinto…