Come si può raccontare il declino italiano? Con le immagini. Specialmente quando l’attenzione del fotografo si “posa” sugli impianti industriali del nord est, e facendo emergere il passato dell’Italia con la storia della prima guerra mondiale.
Roma presenta, nello spazio istituzionale Iccd situato in via di San Michele, una mostra di fotografie di Guido Guidi, uno degli artisti che nel 1984 parteciparono al “Viaggio in Italia“, il progetto di Luigi Ghirri divenuto il manifesto della scuola italiana del paesaggio. Guidi, 72 anni, impegnato con l’università di Venezia, è stato premiato quest’anno con il Pixsea Award, assegnato nell’ambito del Photofestival Knokke-Heist (Belgio). Del resto si tratta di un fotografo molto apprezzato all’estero ma non altrettanto conosciuto in Italia.
A organizzare l’esposizione è il Ministero per i beni culturali, con l’Istituto per il catalogo e la documentazione, erede del leggendario “gabinetto fotografico italiano”, precursore della fotografia di documentazione con milioni di fotografie che raffigurano città, paesaggi e beni culturali italiani a partire dalla fine del XIX secolo.
Il percorso delle immagini in mostra, nei rinnovati spazi espositivi affacciati sul cortile delle Zitelle al San Michele di Trastevere, parte dal paesaggio campestre e agrario della provincia di Cesena, percorre la via Romea, arriva all’urbanizzazione diffusa fra Mestre, Padova e Treviso. Si sofferma a documentare il paesaggio industriale di Porto Marghera e quello storico del Monte Grappa, teatro della Prima Guerra Mondiale.
Sono 138 le foto che saranno esposte a Roma, per un’esposizione che proseguirà a Lugano e poi a Cesena, la città natale di Guidi.