Un pareggio dopo i primi quarantacinque minuti, una vittoria dello sfidante nei secondi quarantacinque.
E’ questo, in pillole, il bilancio del duello andato in onda ieri sera a reti unificate su quattro emittenti televisive tedesche. La Cancelliera, Angela Merkel, è apparsa più lucida e concentrata nella prima parte, Peer Steinbrueck ha trovato l’affondo solo nella seconda.
Nel complesso non sembra che il lungo dibattito possa aver modificato gli equilibri, anche se, stando alle rilevazioni della ARD, il 52 percento degli indecisi si è detto più convinto dal candidato socialdemocratico, mentre solo il 36 percento ha indicato la signora Merkel come vincitrice. In generale, per il primo canale, lo scontro si sarebbe concluso con un 49 a 45 per l’ex-Ministro delle Finanze. Viceversa, per la ZDF sarebbe la Cancelliera ad aver battuto Steinbrueck 40 a 33.
Al di là dei dati, il pareggio sembra effettivamente nell’ordine delle cose. La signora Merkel è apparsa ordinata e tranquilla, ha sottolineato con molta semplicità le virtù tedesche e il suo disegno per l’Europa fatto di solidarietà solo in cambio di solidità nei conti pubblici. Battagliero è apparso, invece, lo sfidante, il quale, fin dall’inizio, ha incalzato la Cancelliera con una lunga serie di domande su lavoro, economia, ambiente ed Europa.
Al di là della gaffe sulle pensioni degli statali (il cui livello il candidato Cancelliere vorrebbe rivedere non si sa in che misura), a Steinbrueck è mancato il colpo di reni per mettere k.o. la signora Merkel, che viceversa è sempre riuscita nel compito di schivare gli attacchi, senza comunque rispondere al fuoco.
Pur avendo lo sfidante migliori argomenti, la Cancelliera è stata abile nel non chiarire quali siano le risposte del suo partito ai problemi evidenziati dalla socialdemocrazia. E’ valso viceversa il motto alquanto vago, ma rassicurante: “Mi conoscete… dobbiamo andare avanti a lavorare”.
I grandi temi dell’SPD sono stati d’altra parte oscurati da un’agenda democristiana largamente sovrapponibile a quella socialdemocratica. Dagli investimenti al salario minimo, dalle pensioni all’energia, CDU ed SPD hanno più affinità di quante non ne abbiano con i rispettivi alleati.
Poco spazio è stato dedicato infine alla politica europea. Ciò che è rimasto impresso nella memoria degli osservatori economici è il paradosso per cui Merkel ha difeso la politica dei tassi bassi perseguita da Mario Draghi, mentre Steinbrueck la ha attaccata per primo.
Al di là delle differenze, che d’altronde emersero anche quattro anni fa nel duello tra Frank-Walter Steinmeier e Angela Merkel, i due contendenti sembrano pronti a deporre le armi e a tornare a lavorare insieme dopo il 22 settembre.