Qualcuno aveva ammonito sui rischi di sottovalutare la deriva violenta che iniziava a prendere il sopravvento nel movimento No Tav. Da tempo si moltiplicavano in Val Susa proteste poco civili e sequestri di armi artigianali.
Un allarme partito dal Procuratore Capo di Torino, Giancarlo Caselli, che aveva ammonito sul rischio di farsi abbindolare da nuovi “cattivi maestri” come Erri De Luca e dal ministro ai Trasporti Maurizio Lupi, che aveva paragonato i NoTav ai mafiosi e ‘ndranghetisti che chiedono il pizzo agli imprenditori.
E ieri, con un attentato incendiario in Val Susa, è arrivata la conferma che questa deriva è ormai realtà. Alcuni manifestanti hanno dato distrutto tre betoniere della Imprebeton, azienda impegnata nei lavori della Torino-Lione. Il fuoco a Salbertrand, nella sede dell’azienda, si è esteso alla vicina officina.
Un atto di violenza commentato dal senatore democratico Stefano Esposito, che aveva denunciato nei mesi scorsi le minacce ricevute personalmente per il suo sostegno all’opera infrastrutturale. “Le tre betoniere – ha sottolineato il parlamentare del Pd, vicepresidente della commissione Trasporti del Senato – erano vicine a una cisterna di gasolio. Contro i mafiosi No Tav non resta che applicare le leggi previste per la mafia“.
LA VISITA DI LUPI
L’attentato è avvenuto a poche ore dalla visita del ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, a Torino, dove ha incontrato una delegazione di imprenditori impegnati nei lavori per la realizzazione della nuova linea ferroviaria ad Alta Velocità Torino-Lione. Chiuso per precauzione un tratto dell’autostrada del Frejus. Le auto in viaggio sulla A32 e dirette a Torino sono state costrette a uscire dall’autostrada al casello di Oulx Ovest e a rientrare a quello di Susa.
VIOLENZA ATTESA
Quella dell’incursione nei confronti di Lupi è stata una scelta tutt’altro che casuale. Il ministro del Pdl era stato uno dei pochi politici di centrodestra a prendere una posizione chiara in merito alla violenza esplosa nella valle. Solo pochi giorni in un’intervista rilasciata alla Stampa aveva rotto il silenzio usando parole durissime nei confronti delle frange più violente dei No Tav: “Ci troviamo nella stessa situazione di quegli imprenditori che sono minacciati dalla mafia e dalla ‘ndrangheta”.
LA RISPOSTA DELLO STATO
Dichiarazioni che Lupi non ha lesinato anche dopo l’attentato di ieri. “Prima ancora che arrivassi a Torino – si legge in una nota pubblicata sul suo sito web – già circolava voce della strepitosa accoglienza che i No Tav mi avrebbero riservato. E subito dopo l’incontro in prefettura con le aziende che stanno lavorando al cantiere della Tav, è arrivata la notizia dell’ennesimo grave atto di danneggiamento e minaccia: un incendio pericoloso appiccato ai mezzi di una ditta in Val di Susa.
L’escalation terroristica dei No Tav – rimarca il ministro – è segno della loro sconfitta sul piano delle ragioni e del consenso. Ai delinquenti risponderemo con le armi della giustizia e con la politica del fare. Facendo la Tav e proteggendo chi ci lavora“.