Cosa sono favole e fiabe? Metafore del “vero”, che consentono ai piccoli fruitori di tutto il mondo di avvicinarsi al diverso e comprendere la realtà in cui vivono grazie ad uno sforzo letterario. La parabola, l’analogia, il paradigma, l’ascolto. Un passo in avanti nella direzione dell’integrazione culturale partendo da un bagaglio cognitivo vecchio e consolidato come le fiabe ma declinate in chiave multiculturale. Non è la nuova frontiera della pedopsicologia ma il tentativo della Biblioteca Multimediale del Consiglio regionale della Puglia di aprirsi al nuovo e al diverso, utilizzando la favella per approcciare i bambini alla percezione del diverso.
Attraverso l’ascolto, la ricerca, la lettura di favole e fiabe tradizionali di ogni continente si è cercato di tessere il filo della convivenza tramite un percorso con le istituzione scolastiche, le biblioteche e le agenzie educative e formative operanti sul territorio pugliese. Così da far comprendere ai bambini come non sono affatto soli oggi nella propria aula scolastica, ma devono imparare a convivere e a confrontarsi con la scelta, la solidarietà, l’essere autonomi, l’insidia, l’alleanza, la lotta per il potere o per la sopravvivenza.
Ecco allora la figura del “Principe“, fiaba armena, dove si elogia l’autonomia dei pensieri e delle convinzioni delle piccole donne che crescono, sfiorando i temi del femminicidio e della vulnerabilità della donna. O “L’acqua salvatrice” favola della tradizione orale africana appartenente alla tradizione dei griot, depositari della storia e conoscitori del passato che svolgono ancora oggi un ruolo della contemporaneità del loro pensiero, sovente accompagnati da musica e da strumenti musicali come il balafon, il djambè, la kora dove emerge il tema della solidarietà. Semplici “metafore del vero” per insegnare ad integrarsi.
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