La lingua inglese sarà ancora un miraggio per gli italiani ma davanti alle disparità con i propri vicini è giusto alzare la voce a difesa della lingua nazionale. In questo caso non si parla solo di patriottismo ma c’è di mezzo la possibilità di ambire ad un posto di lavoro in quel di Bruxelles e dintorni.
E per una volta l’abbiamo spuntata. Il Tribunale Ue del Lussemburgo ha deciso oggi di annullare, su richiesta dell’Italia, alcuni bandi di concorso per posti di lavoro nelle istituzioni Ue perché scritti, nelle versioni integrali, solo in inglese, francese e tedesco. Una “diversità di trattamento” vietata dalla Carta dei diritti fondamentali.
Il Tribunale aveva inizialmente bocciato il ricorso italiano, ma a seguito di una sentenza della Corte di giustizia nel novembre 2012 che aveva dato ragione all’Italia, è tornato sui propri passi.
I bandi annullati si riferiscono a concorsi svolti nel 2008 e nel 2009 per il reclutamento di 30 posti di amministratore e a 20 posti di amministratore principale nel settore della lotta antifrode che nella Gazzetta ufficiale dell’Ue non prevedevano una versione in italiano.
I vincitori però possono stare tranquilli perché non vedranno messo in discussione l’esito del concorso. Il Tribunale infatti riconosce la discriminazione denunciata dall’Italia ma non invalida i risultati dei concorsi in applicazione del principio del ‘legittimo affidamento’ dei candidati prescelti.
Tuttavia la sentenza, spiegano fonti della Corte, dà indicazioni molto chiare e concrete alla Commissione Ue sulla necessità di pubblicare i bandi integralmente in tutte le lingue ufficiali dell’Ue.
La loro pubblicazione parziale infatti non permetterebbe una buona conoscenza dell’oggetto del concorso e dunque una preparazione adeguata. Il Tribunale quindi ammette che chi avesse voluto partecipare ai concorsi partiva “svantaggiato” rispetto a un candidato di lingua madre inglese, francese o tedesca creandosi così una disparità di trattamento sulla base della lingua, che come spiega ancora la Corte, è vietata dalla Carta dei diritti fondamentali e dallo statuto de funzionari Ue.
Il Tribunale Ue inoltre ha annullato anche un bando che stabiliva che le prove e le comunicazioni con i candidati si dovessero svolgere unicamente in inglese, francese e tedesco. Una scelta possibile, ma che nel caso specifico al centro del ricorso i giudici europei hanno ritenuto “non giustificata”.