A bordo della consueta Ford Focus Papa Francesco è giunto poco prima delle 15.30 al centro Astalli per i rifugiati gestito a Roma dai gesuiti senza seguito di auto blu. Accolto dal cardinale Agostino Vallini, suo vicario per la diocesi di Roma, e da tre ‘confratelli’ gesuiti (il direttore del centro Giovanni Lamanna, il portavoce vaticano Federico Lombardi e il ‘provinciale’ per l’Italia Carlo Casalone), Bergoglio per prima cosa ha salutato con abbracci e scambio di battute un gruppo di rifugiati africani che lo hanno calorosamente salutato dietro una transenna accanto all’ingresso.
La visita si è tenuta in forma privata. Il Pontefice si è recato prima alla mensa del Centro Astalli nell’orario in cui ogni giorno una fila di 400 richiedenti asilo e rifugiati aspetta di poter consumare un pasto caldo. È entrato a salutare i rifugiati e si è intrattenuto con loro.
Al termine della sua visita alla mensa Papa Bergoglio si è recato nella chiesa del Gesù, luogo fortemente simbolico e significativo, perché lì si trova la tomba di Padre Pedro Arrupe, fondatore del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati. Ad accoglierlo i rifugiati che vivono nei 4 centri d’accoglienza, gli studenti della scuola di italiano, gli utenti del centro d’ascolto, dell’ambulatorio e i volontari del Centro Astalli. “E’ per tutti noi una grande gioia accogliere il papa tra i rifugiati. La sua presenza è una benedizione”, afferma padre Giovanni La Manna sj, presidente del Centro Astalli.
Salutato dagli applausi della folla che lo attendeva, il Papa è uscito dal portone della Curia che si trova accanto alla Chiesa del Gesù ed è entrato rapidamente nella Ford Focus che lo attendeva e che lo ha riportato in Vaticano.