Il sistema aerospaziale? È strategico perché si lavora su progetti nel lungo periodo dove è necessario guardare oltre e disporre di una visione. È l’analisi di Giovanni Soccodato, vicepresidente esecutivo di Finmeccanica con delega a strategia, sviluppo e innovazione che in una conversazione con Formiche.net fa il punto su prospettive e direttrici di marcia dell’azienda italiana.
Quest’anno la piattaforma “Project zero” ha vinto il premio innovazione del gruppo: è la risposta di Finmeccanica alla trasformazione post-crisi di mercati ed esigenze?
La risposta sta proprio nella capacità di fare innovazione avanzata e Project Zero è un “dimostratore tecnologico”, non è un prodotto che andrà sul mercato domani. Mostra la vitalità di Finmeccanica nel pensare progettualmente e nella capacità di portare tecnologie che in futuro andranno sul mercato. Aggiungo che lo spirito con cui è stato immaginato Project Zero è stato di natura squisitamente imprenditoriale, ovvero un gruppo di persone appartenenti a diverse aziende di Finmeccanica, con differenti competenze, che si sono messe assieme ognuno apportando il proprio contributo, per costruire qualcosa che guardi non al domani, ma a dopodomani. La nostra risposta alla crisi risiede proprio in iniziative del genere.
Come procede la ristrutturazione del gruppo in Europa e negli Usa?
Direi abbastanza bene. Un’area che abbiamo implementato negli ultimi anni, come Alenia Aermacchi, nel recente passato è stata protagonista di un grosso sforzo in termini di innovazione e ristrutturazione. Ha iniziato a invertire il percorso, performando in maniera positiva e recuperando gran parte delle criticità presenti. Circa la componete americana di DRS che ha subìto la riduzione del budget d’oltreoceano al pari della gran parte degli altri operatori, diminuendo i volumi, è però riuscita a riorganizzare ugualmente le proprie attività mantenendo un livello adeguato di redditività nonostante il calo di cui ho fatto cenno. Senza dimenticare l’aerospazio, strategico perché si lavora su progetti nel lungo periodo dove è necessario guardare oltre e disporre di una visione.
Lo spostamento dei mercati sui sistemi di elettronica della difesa e sui sistemi di sicurezza crede favorirà soluzioni a basso costo con una maggiore occupazione?
In Selex-Es, mettendo assieme l’intero bacino di attività relative all’elettronica della difesa, siamo riusciti a creare una realtà unica in questo settore, che inizia a razionalizzarsi. È un percorso strutturato da poco, ma entro il prossimo anno ci aspettiamo che inizi a dare i primi frutti. Unica area che ancora permane critica è quella del trasporto ferroviario, con l’avvio di una fase preliminare che ancora non è giunta a compimento.
Quanto scommettete sullo sviluppo del settore ad ala rotante, come la famiglia degli Augusta-Westland?
È importante in quanto si tratta di un settore in cui abbiamo una lunga tradizione, siamo leader tecnologici e di mercato. Dispone di una stabilità, di volumi e di mercato, in prospettiva futura. Ovvero un ambito in cui l’esigenza di ala rotante è forte, c’è e ci sarà. Vi sono missioni e attività che per essere portate avanti al meglio necessitano dell’ala rotante, penso al trasporto del personale nelle piattaforme petrolifere, o alle missioni di ricerca e soccorso, di spostamenti rapidi in aree densamente popolate. L’elicottero senza dubbio è e resterà un mezzo determinante sul quale Finmeccanica punta per il futuro.
All’interno del consorzio ATR la novità del jet regionale da 90 posti: un’altra frontiera, questa volta territoriale?
Non è una primizia, è il voler continuare un percorso che abbiamo avviato con ATR in collaborazione con altre realtà negli anni ’70. Ora il mercato sta evolvendo con successo e ne sono stati venduti 170 pezzi solo nell’ultimo anno. C’è ora l’esigenza di farne un velivolo con maggior capienza. Noi intendiamo seguire questo trend e rafforzare la nostra presenza nell’ambito dei velivoli regionali per trasporto passeggeri di nuova generazione con ATR.