Non mi soffermo sul videomessaggio dell’ancora senatore Silvio Berlusconi, né mi dilungherò su tesi più o meno giustizialiste rispetto alle vicende giudiziarie che lo stesso sta vivendo in queste ore. Non è questo il tema centrale del mio intervento.
La morte del PDL porta inevitabilmente alla creazione di un vero e proprio partito azienda controllato al 100% dai fedelissimi di Berlusconi. In questa guerra di 20 anni è stato fin troppo tradito e adesso chi vorrà presentarsi alle elezioni dovrà farlo con i soldi propri. Quindi già questo aspetto eliminerà tante possibili riconferme a livello parlamentare. Una sorta di selezione darwiniana per via economica. Parallelamente tanti nuovi imprenditori di area centro-destra troveranno spazio nella riedizione di Forza Italia. Porteranno in dote denaro fresco come donazioni al partito da utilizzare per la prossima campagna elettorale. Nessuno lo dice, ma è così, basta frequentare questo o quel circolo politico romano e questa è la tesi che tutti sottolineano.
Poi dietro FI c’è ancora una Lega Nord che in Lombardia, Piemonte e Veneto può far sentire il proprio peso e riuscire a centrare, se si rivotasse con questa legge elettorale, il traguardo del 4%. Dietro ancora la galassia della nuova Destra guidata da Fratelli di Italia, che mira ad essere il miglior perdente ma in area 2-3%. Ancora più dietro una galassia di mini partiti e movimenti, che però Berlusconi non potrà non portare in coalizione.
Questa volta vincere vuol dire “esistere” e soprattutto mantenere il potere per almeno 5 anni. In attesa di capire cosa farà l’UDC di Casini (sempre pronto a scegliere la casa che possa garantire al suo leader il seggio in Parlamento), c’è però completamente aperta come una prateria lo spazio per una coalizione moderata e liberale. Proprio quella chiave liberale che Berlusconi ha promesso nella sua discesa in campo, ma che poi non è riuscito a garantire nei suoi 4 mandati.
Bisognerà capire se il variegato mondo dei liberali (dove dentro ci sono forze laiche e cattoliche) ha intenzione di presentarsi come un unico corpo all’interno della santa alleanza di Berlusconi o se, ancora una volta, questo “mood” si disperderà in cento rivoli, senza riuscire a pesare al termine della campagna elettorale all’interno delle istituzioni. Questa è la sfida che i liberali devono portare avanti, sapendo che dovranno tutti (nessuno escluso) fare un grande bagno di umiltà, ma se vi riusciranno sarà la grande novità politica di questa prossima campagna elettorale, di fatto lanciata ieri con il video-messaggio di Silvio Berlusconi.