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Datagate, gli Usa non temano la trasparenza. Parla Jane Harman

Non sfugge a Jane Harman – esponente del Partito Democratico americano, presidente del Wilson Center, esperta di intelligence e terrorismo e advisor della Cia e del Director of National Intelligence, James R. Clapper – quale sia la delicatezza del momento nei rapporti tra Usa ed Europa.

Giunta a Roma su invito dell’Ambasciatore degli Stati Uniti d’America in Italia, John Phillips, per l’inaugurazione al Maxxi della mostra fotografica “Freedom Fighters”, l’ex deputata ha partecipato a un seminario a porte chiuse sull’evoluzione geopolitica in Nord Africa e Medio Oriente organizzato da Formiche in collaborazione con l’Ambasciata Usa in Italia presso il Centro Studi Americani.

Il momento giusto per ribadire con nettezza che, malgrado le inevitabili e immediate ripercussioni del Datagate, la collaborazione tra le due sponde dell’Atlanticonon è in discussione” e che, anzi, può essere rafforzata.

L’evoluzione della minaccia terroristica, frammentata in nuclei meno folti ma più agili, ci rende sempre più interdipendenti”, spiega la responsabile del think tank. “E l’Italia e l’Europa sono, su questo e altri versanti, alleati eccellenti. In particolar modo con il vostro Paese c’è una collaborazione che va avanti da tempo, grazie alle vostre grandi competenze. Non voglio però eludere il cuore del problema. La sfida che abbiamo davanti è grande, come dimostrano le tensioni di queste ore sul programma dell’Nsa” e, aggiunge, riguarda il rapporto tra politica, opinione pubblica, sicurezza e privacy.

Da un lato l’America deve instaurare con i propri alleati un dialogo più intenso su obiettivi e metodologie di queste operazioni; dall’altro bisogna spiegare ai cittadini cosa sono e assicurare loro che non vengono compiuti abusi, perché c’è un forte controllo del Congresso e di altre autorità. Non si ascoltano telefonate, come dicono alcuni, ma si mette in connessione una grossa mole di dati. Che sono utili a proteggerli da pericoli altrimenti difficili da prevenire”.

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