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Ignavi, pavidi o rivoluzionari, Roma non può ospitare questa guerriglia

Lascio a Cingolani, scrittore e blogger, le riflessioni sociologiche sul movimento del No, a me interessano sinceramente più i fatti. E’ ormai un film già visto in altre occasioni: queste manifestazioni ospitano nella loro “pancia” frange di violenti (non solo italiani), che vivono di violenza. Praticamente dei “professionisti” del disordine globale, esportato di mese in mese in questo o quell’altro stato Europeo.

Chi paga questa gente? come fanno a rifornirsi di mazze, bombe carta con proiettili? Credo che se si cercasse di dare risposte a queste semplici domande di buon senso uscirebbe un mondo “oscuro”, che probabilmente nemmeno vogliamo conoscere. Nel momento in cui ci voltiamo e non approfondiamo questi temi lì nasce l’ignavia. E’ un gioco delle parti, che probabilmente va bene a tutti, forze dell’ordine comprese. Se non ci fosse il delinquente non ci sarebbe la polizia o i carabinieri, se non ci fossero questi violenti non avremmo bisogno di truppe schierate in tenuta da sommossa. Tanto chi paga gli straordinari di questi “celerini”?

Noi cittadini normali, chiusi dentro casa a guardare, senza poter intervenire, lo sfascio del Paese, sotto i colpi, questa settimana, anche dei black bloc. Roma e i romani sono stanchi di essere ostaggi inconsapevoli di queste forme di manifestazione, che al loro interno hanno sempre un’anima “nera”, una sorta di negativo della foto. Quando finirà questo stato di cose? Mai, perchè è un gioco delle parti, che sta bene a tutti, ad eccezione dei cittadini e degli operatori del commercio (costretti a ripulire e a ripagare tra qualche giorno le devastazioni di queste frange di violenti).



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