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La responsabilità italiana del Mare Nostrum

Pubblichiamo un articolo di Affari Internazionali

Avendo in mente una positiva visione geopolitica del Mediterraneo, moderna, ma non priva di radici storiche, l’operazione di soccorso umanitario e controllo dei flussi migratori lanciata dal nostro paese è stata denominata Mare Nostrum.

L’espressione indica una piena assunzione di responsabilità italiana nella sorveglianza dei mari adiacenti. Contiene poi un chiaro messaggio rivolto all’Europa: la protezione delle frontiere marittime non può essere disgiunta dalla tutela della vita e dei diritti delle persone che cercano di attraversarle.

Sorveglianza alto mare
La cornice della nuova operazione, che si basa su un robusto e variegato dispositivo di navi d’altura, naviglio costiero, elicotteri e velivoli da pattugliamento (compresi quelli senza pilota), è il controllo dell’immigrazione via mare facente capo al ministero dell’interno.

La normativa di riferimento è infatti contenuta nel decreto interministeriale del 2003, attuativo della Fini-Bossi. Questo prevede che la sorveglianza in alto mare sia incentrata sul coordinamento operativo della Marina militare nei confronti di Guardia di finanza e capitaneria di porto-guardia costiera.

In relazione alle recenti sciagure ed alla provenienza dei flussi l’attività delle forze aeronavali, tale sorveglianza non potrà che svolgersi nello stretto di Sicilia e nel mar Ionio.

Protezione e prevenzione
Il ruolo assunto dalla Marina militare è inquadrabile nella funzione non militare di guardia costiera riconosciutale dal codice dell’ordinamento militare. La missione prioritaria del dispositivo navale della Marina è ora quella di garantire il salvataggio della vita umana (Search and Rescue, Sar) in favore di imbarcazioni in difficoltà. Proprio per questo è stata prevista la presenza di una nave anfibia, il San Marco, dotata di capacità mediche e di elisoccorso.

Di certo non saranno comunque tralasciati gli aspetti di ordine pubblico di competenza delle forze di polizia, quali l’identificazione delle persone salvate, anche ai fini della concessione dell’eventuale successiva protezione umanitaria, e il contrasto delle attività criminali di trafficanti, scafisti e “navi madre”.

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Fabio Caffio è Ufficiale della Marina Militare in congedo, esperto di diritto internazionale del mare.

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