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Ecco la vera frattura (popolare) fra alfaniani e berlusconiani

Ministeriali o intransigenti?, si chiede oggi Il Foglio a proposito dei pidiellini. E se invece la frontiera vera dello scontro tutto interno agli azzurri fosse la prospettiva popolare ed europea?

Lealisti, alfaniani, mediani. E prima ancora falchi, colombe, pitonesse, giaguari, di lotta o di governo, pro Marina o no

Epiteti che, di volta in volta, la grande stampa retroscenistica ha scelto per stilare elenchi e squadre contrapposte che, nell’agone di Palazzo Grazioli o di Arcore, hanno incrociato lame affilate.

Ognuna con il proprio ordine del giorno: elezioni, stabilità, rottura, ricucitura, congresso, unità. Tutti passaggi con riverberi precisi e conseguenze chirurgiche “nel board” del partito berlusconiano. Ma oggi un elemento in più, in verità noto da alcuni mesi, potrebbe far mutare la prospettiva. Il vero discrimine politico al di là di personalismi e berlusconismi è la prospettiva delle elezioni europee?

Mauro propone
Il ministro della Difesa Mario Mauro, ciellino, ex pezzo da novanta nell’Europa del Pdl e approdato lo scorso anno tra i montiani di Scelta civica, lo dice a chiare lettere: “Finiscano gli indugi: ci vuole una lista per le elezioni europee che metta insieme tutti colori che con matrice popolare e con sensibilità liberale e riformatrice, vogliono aiutare non solo l’Italia ma l’intera Europa a venir fuori dal guado della crisi”. E ancora: “Chi si riconosce nella esperienza e nella sensibilità popolare, liberale, riformatrice, in una famiglia come il partito popolare europeo incentrata sull’economia sociale di mercato e sulla centralità della persona nella costruzione di un sistema politico, non deve più indugiare: ci vuole una lista per le elezioni europee”. La domanda è: in quella lista questo Pdl come può starci? E Forza Italia 2.0?

Fi e Ppe
Due mesi fa i vertici del Ppe avevano fatto filtrare l’indiscrezione che in ottobre (quindi tra pochi giorni) e soprattutto dopo le elezioni in Germania, avrebbero preso in esame la richiesta di adesione della nativa Forza Italia. Passaggio sul quale proprio nulla era ed è scontato. Mentre il Pdl già si trova nell’orbita popolare europea, il nuovo-vecchio partito bussa di fatto alle porte del Ppe con a guida un leader agli occhi della legge italiana pregiudicato e con posizioni anti europee niente affatto silenziate. Due elementi che, sempre stando ai sussurri agostani provenienti da Bruxelles, sarebbero ostativi ad un “sì” pronunciato verso il partito di Piazza San Lorenzo in Lucina.

Gelmini ragiona
La frontiera “popolare”, dunque, come diga che separa al momento i destini italiani ed europei di Pdl e Fi o comunque di ministeriali e intransigenti, parafrasando il titolo del Foglio di oggi. Proprio sul quotidiano diretto da Giuliano Ferrara Salvatore Merlo disegna la contrapposizione intestina di alfaniani e lealisti, mettendo l’accento sul ragionamento che fa l’ex ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini. “C’è tutta una singolare, e sospetta, corrispondenza di amorosi sensi” dice a proposito della liason tra alfaniani e centristi, nelle cui fila proprio Mauro era confluito lo scorso anno quando già si discuteva dello stesso argomento. E definisce quel modus di stare insieme come “l’eterno e misterioso fascino del dire e non dire”. A cui l’ex ministro ribatte: “Noi che c’entriamo?”

twitter@FDepalo


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