La stagnazione economica che grava sul nostro Paese trova un preoccupante riscontro nell’universo delle banche. La relazione del Governatore della Banca d’Italia del 31 maggio e i rapporti semestrali redatti dagli istituti di credito presentavano per il 2012 un aumento delle rettifiche su crediti programmati e non saldati, una diminuzione dei costi soprattutto del personale e una contrazione del margine d’interesse per 2.633 milioni. Nell’elaborazione della UILCA, organizzazione dei lavoratori del credito e assicurazioni del sindacato guidato da Luigi Angeletti, nel primo semestre 2013 il trend viene confermato. Cresciuti, passando dall’8,7 al 9,6 per cento con un impennata di 9 miliardi di euro, anche i crediti deteriorati, prestiti soggetti a perdita di valore a causa della scarsa capacità di restituzione. Gli istituti di credito hanno perciò aumentato le coperture e attuato una contrazione degli impieghi. A giudizio della confederazione di Via Lucullo, diminuzione del personale e razionalizzazione degli sportelli non costituiscono la strada giusta: “È necessario ripensare al ruolo di banche legate ai “campanili” e alle piccole realtà territoriali.
La realtà della banche in cifre
Le conseguenze di queste scelte nella fisionomia del panorama creditizio italiano – numero delle banche e prospettive di guadagno – sono evidenti. A fine 2012 gli istituti erano 706, di cui 197 società per azioni, 37 banche popolari, 394 strutture di credito cooperativo. Cifre in calo rispetto al 2011 quando gli istituti ammontavano a 740 di cui 214 società per azioni, 37 banche popolari, 411 strutture di credito cooperativo. Nel 2012 il margine di interesse si attestava su 51.673 milioni di euro rispetto ai 54.008 del 2011. Gli altri ricavi toccavano i 43.110 milioni di cui 29.395 in commissioni, contro i 37.884 della precedente stagione.
Voci di entrata
Al 30 giugno 2013 Intesa San Paolo presenta un margine di interesse di 4.933 milioni di euro, un volume di commissioni nette di 2.834 milioni, un margine di intermediazione di 8.892 milioni. Nello stesso arco di tempo Unicredit fa registrare 6.425 milioni di interessi, 3.896 di commissioni, 12.012 per intermediazione. Per Monte dei Paschi gli interessi si attestano a 1.065 milioni, le commissioni a 849, le intermediazioni a 2.109. Ubi segna 845 milioni di interesse, 602 in commissioni, 1.565 per intermediazione. Per Bper gli interessi producono 637 milioni, le commissioni 347, le intermediazioni 1.090. Per Bpm a gli interessi valgono 416 milioni, le commissioni 278, le intermediazioni 856. Per Bp il volume degli interessi è di 841 milioni, quello delle commissioni è di 744, quello delle intermediazioni è di 1.754. Carige fattura 313 milioni per interessi, 137 per commissioni, 573 per intermediazioni.
Spese amministrative
Al 30 giugno 3013 Intesa San Paolo ha ridotto le spese di 2.490 milioni di euro per il personale e di 2.359 per le rettifiche sui crediti non saldati, per un totale di 4.849 milioni pari al 94,7 per cento delle uscite complessive. Unicredit presenta un calo di 4.436 milioni per il personale e di 2.866 per rettifiche sui crediti per un totale di -7.302 milioni pari al 64,6 di spese. Mps si attesta a -926 milioni per il personale e a -1.029 per rettifiche sui crediti per un totale di -1.955 pari al 111,1 per cento di uscite. Banco popolare si colloca a -684 milioni per il personale e a -437 per rettifiche sui crediti per un totale di 1.121 pari al 63,9 per cento di spese. Ubi registra -646 milioni per il personale e -384 per rettifiche sui crediti per un totale di -1.030 pari al 59,4 per cento di uscite. Bper segna -407 milioni per il personale e -440 per rettifiche crediti per un totale di -846 pari al 108,2 per cento delle spese. Bpm le riduce di 320 milioni per il personale e di 162 per rettifiche crediti per un totale di 482 pari al 50,6 per cento delle uscite. Carige le diminuisce di 193 milioni per il personale e di 241 per rettifiche crediti per un totale di 434 milioni pari al 124,7 per cento delle spese.
Risorse patrimoniali e sportelli
Al 30 giugno 2013 le banche registrano 339.153 milioni di euro tra risorse e patrimoni: un calo di 15.383 milioni rispetto al 2012. Anche i 25.804 sportelli esistenti segnano una riduzione di 1.448 unità. Intesa San Paolo presenta una ricchezza di 94.558 milioni e 6.452 sportelli. Unicredit è a 140.369 milioni e 9.079 sportelli. Mps a 28.473 milioni e 2.392 sportelli. Banco popolare a 18.382 milioni con 1989 sportelli. Ubi a 18.485 milioni con 1726 sportelli. Bpm a 7.955 milioni con 742 sportelli. Carige a 5.855 milioni con 678 sportelli. Bper a 11.968 milioni e 1.324 sportelli.
Utili e perdite
Nel 2013 il complesso degli istituti di credito registra un utile di 1.226 milioni di euro, con aumento di 26 milioni rispetto all’anno scorso. Tuttavia, per quasi tutte le grandi banche si rileva un calo vistoso a confronto con la precedente stagione. Intesa San Paolo presenta profitti per 422 milioni, -852. Unicredit segna un attivo di 810 milioni, pari a -273. Mps è in perdita di 380 milioni ma in risalita di 1.172. Per Bp l’utile ammonta a 156 milioni, pari a +127. L’attivo di Ubi, 53 milioni, sconta una variazione di -107. Bper ha un passivo di 21 milioni che fa segnare un -104 e Carige una perdita di 29 milioni con un crollo di -120. Per Bpm la crescita più lusinghiera: utile di 106 milioni con un +237.