A dispetto del nome della sala (De Gasperi) dove si è svolta la riunione del gruppo di Scelta civica alla Camera, il tenore degli epiteti che si sono scambiati i protagonisti dicono molto più di analisi e commenti. Una fase all’interno del partito voluto dall’ex premier Mario Monti si è chiusa e i destini dei due gruppi ormai costituitisi sono distanti. Prossimo passo la creazione ufficiale di due gruppi?
J’accuse
Il Professore, come è noto, non ha mandato giù il pranzo organizzato dal ministro della Difesa con il Cavaliere. E all’ex vicepresidente del Parlamento europeo riserva stoccate precise e velenose, quando lo definisce un Solone che “prima mi ha chiesto fedeltà al governo poi è andato a pranzare con Berlusconi che, invece, destabilizza l’esecutivo: e allora, è lui ad aver tradito”. Un’assemblea a cui in principio Monti non avrebbe dovuto prendere parte, la sua presenza di fatto pare fosse sconosciuta ai più. Passaggio che però non mette in discussione il passo delle dimissioni dello scorso 17 febbraio e su cui solo ieri sono stati resi noti i dettagli della missiva indirizzata al vice Alberto Bombassei.
La Difesa del ministro
Il ragionamento scelto da Mario Mauro per la sua replica si poggia sul termine destabilizzazione. Ma come, è stato il filo logico perseguito, proprio Sc che è nata per assicurare stabilità e continuità ad un’azione riformatrice di governo ora punta a destabilizzare l’esecutivo per “altre” questioni? E giù con il ritornello che è assolutamente pregnante assicurare il pieno sostegno del partito intero ad Enrico Letta ed alla sua squadra. Senza dimenticare un passaggio non da poco: anche il governo Monti a suo tempo fu sostenuto “per il bene dell’Italia”. Ragion per cui il mantra (oggi ancor più significativo) si trova alla voce “inclusione”. Essere fattori di attrazione, ha sottolineato con veemenza il ministro della Difesa, aprendo di fatto all’alleanza con l’Udc che non è da ricondurre ad uno spirito solo riconducibile alle scorse elezioni, bensì da immaginare come fondamenta future. Altro che tradimento, quindi, ribattono quelli che a sinistra non andranno mai, come hanno ripetuto negli ultimi mesi (e in attesa di sapere che ne pensano due esponenti di peso come gli ex ministri Riccardi e Passera).
Reazioni
Per tutti parla il portavoce di Sc Benedetto Della Vedova, solo per smentire “nel modo più assoluto che si sia parlato di tradimento e men che meno che lo abbia fatto Mario Monti”. In sostanza il professore avrebbe “ribadito la necessità di un leale sostegno al governo Letta che non è venuto meno e che non verrà meno da parte di Sc”. Ma osserva Pierferdinando Casini: “Monti? Non si è mica dimesso dal gruppo parlamentare. E’ lì tranquillo”. Per poi aggiungere: “In parlamento ci sono degli sportivi e mi piacerebbe ogni tanto vederli in parlamento. Dovrebbero avere il culto e il rispetto del lavoro parlamentare”. Si riferiva alla civica Valentina Vezzali?
Scissione
Ma dai montiani di stretta osservanza, nonostante la riunione si sia conclusa senza alcuna votazione, arriva un risultato: il partito subirà una scissione e ci sarà chi sta con Monti che rimane in Scelta civica e chi no, “perché sono quegli altri che se ne vanno”. Chiaro il riferimento ai popolari-centristi, quindi all’Udc, che starebbero immaginando un percorso diverso e in attesa che oggi al Senato si svolga il secondo round con la ‘verifica politico-programmatica’ chiesta dallo stesso Mauro e da altri dieci senatori. E quelli che restano? Al Pdl non pensano proprio, né tantomeno all’ipotesi circolata già prima dell’estate di una lista comune Udc-Pdl-Sc per le elezioni europee. “Ma per favore non chiamateci civici pro renziani” , fanno sapere.
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