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16 ottobre 1943. La memoria nei giorni di Priebke

Pubblichiamo grazie all’autorizzazione dell’autore un estratto del testo monografico “Priebke – tribunali militari – giudizio della storia, giudizio degli uomini”, scritto dal Prof. Giancarlo Elia Valori, Cavaliere del Lavoro e Presidente de “La Centrale Finanziaria Generale Spa”.

Il processo relativo al criminale nazista Priebke rappresenta il caso più clamoroso sia sotto il profilo dell’interesse sostanziale e generale da tutelare che per gli enormi risvolti umani ed emotivi nella pubblica opinione, che ha visto l’applicazione della legge n.180 del 1981.

La strage delle fosse Ardeatine ebbe dei responsabili diretti, alcuni dei quali come Kappler che fu subito sottoposto a processo e condannato all’ergastolo.

Il personaggio Priebke era stato uno dei protagonisti di spicco di quel momento e non solo per aver personalmente provveduto alla esecuzione delle vittime, ma per tutta la condotta tenuta nei confronti dei prigionieri politici che la Gestapo rinchiudeva nella prigione di via Tasso, torturandoli con ogni mezzo.

Le testimonianze dei sopravvissuti a quelle torture, allora giovanissimi, furono agghiaccianti, ponendo in tutta evidenza e senza possibilità di equivoci e dubbi di interpretazioni la funzione di coloro che erano preposti alla organizzazione militare nazista e al controllo politico della resistenza. Un comportamento in violazione ad ogni più elementare legge di guerra che pur nella sua abnormità, stabilisce dei limiti di ordine internazionale per la tutela dei diritti umani dei prigionieri e vieta ogni forma di rappresaglia contro innocenti.

Sotto il profilo storico-comparativo è da osservare che il Processo Priebke se fosse stato affrontato in base alla normativa che regolava il Tribunale penale militare in tempo di pace, anteriormente alla riforma del 1981, avrebbe avuto un diverso iter procedurale. Limitato a due sole fasi del processo, quello del Tribunale penale militare territoriale di prima istanza ed eventualmente quello del Tribunale supremo militare, il giudizio sul caso in questione sarebbe incorso nella anomalia, costituzionalmente illegittima, dell’assenza dei tre gradi di giurisdizione previsti invece per il processo penale nei confronti degli altri cittadini non militari.

La legge 7 maggio 1981 n.180 ha eliminato tale anomalia e ha consentito che il processo Priebke si svolgesse secondo tutte le garanzie giurisdizionali come per qualsiasi imputato.

Un processo che nella fattispecie ha un significato del tutto particolare. Indurre, cioè, ad una nuova riflessione su quel che accadde in Europa con il nazismo e come fu possibile che un’intera nazione civile e moderna come la Germania, si macchiasse di colpe così gravi, come lo sterminio di un intero popolo.

È una riflessione alla quale il mondo intero è richiamato, per verificare in base a quali ragioni l’uomo può finire nel buio della crudeltà e della violenza, come possa perdere la cognizione e il rispetto di ogni diritto umano ed agire contro i propri simili con la più cieca irrazionalità.

L’aver potuto concepire che fosse necessario per la vita di un popolo o di una nazione, eliminare per sempre milioni di esseri umani, deve trovare ancora una spiegazione, impegnando tutta la cultura civile.

Scarica qui il testo completo

Giancarlo Elia Valori

Priebke – tribunali militari – giudizio della storia, giudizio degli uomini / Giancarlo Elia Valori

(Luogo di pubblicazione non indicato – s.n. , dopo 1981)

Testo Monografico

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