In questa analisi comparata sulle proposte programmatiche delle primare del Pd si da un tema fondamentale a sinistra e vera emergenza nel Paese: quello del lavoro e delle pensioni. Ecco la sintesi delle posizioni dei quattro candidati.
Gianni Cuperlo sceglie una piattaforma tradizionale a sinistra con pensioni garantite fino a sei volte il minimo, risolvere il problema degli esodati, sussidi statali alle persone più deboli accompagnate da riduzione cuneo fiscale per giovani e donne, aumento del debito dal 2,5% al 2,7% per destinare 3 miliardi ad esodati, occupazione giovanile e strutture scolastiche.
Matteo Renzi invece punta sulla riqualificazione dei centri per l’impiego ed enfatizza molto il ruolo della formazione professionale. Sceglie poi lo sgravio fiscale per tutte le imprese sulle assunzioni, rivolge una particolare menzione alle start-up in posizione prioritaria rispetto ai settori tradizionali, sottolinea la necessità di semplificare drasticamente il corpus normativo. Scomparsa invece la cosiddetta “Proposta Ichino”, una delle idee core delle ultime Leopolda dove si proponeva un affievolimento dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori.
Per Gianni Pittella invece è fondamentale puntare con investimenti di Stato sulla formazione ed introdurre il reddito minimo garantito per chi è senza lavoro. A questo si aggiungono agevolazioni per i giovani sulla prima casa e un contratto di lavoro generazionale su modello francese.
Pippo Civati suona la carica con diminuzione delle tasse sul lavoro, introduzione del contratto unico di inserimento; modello standard di accesso per i giovani, con apprendistato professionalizzante, con una durata minima e massima fissata nella contrattazione, tipologie di prestazioni, garanzie per l’effettivo contenuto formativo, esigibilità contrattuale della qualificazione conseguita. E anche il giovane candidato lombardo si dichiara a favore del reddito minimo di cittadinanza.