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Università, si fa presto a dire complotto

La distribuzione dei punti organico che ogni Ateneo italiano ha a disposizione per coprire il turn over dei pensionamenti ha fatto gridare al complotto. Complice soprattutto il fatto che il recente decreto ministeriale che l’ha stabilita ha premiato proprio l’Università presso cui l’attuale ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza è stato rettore fino a poco tempo fa.

E poi c’è la discriminazione del Sud a favore del Nord. Dall’analisi pubblicata sul sito di informazione scientifica Roars, qualche giorno fa su Formiche.net era stata segnalata una strana coincidenza che vedeva gli atenei settentrionali, con in testa il Politecnico di Milano, tra i favoriti dal decreto.

Meccanismo ed effetti del decreto ministeriale

Con l’entrata in vigore della spending review di Monti i pensionamenti non vengono più calcolati per singolo ateneo ma confluiscono in un’unica banca dati dalla quale si attinge per distribuire i punti organico che determinano le nuove assunzioni. I punti, però, sono calcolati in base a un indice (Isef) che tiene conto dell’indebitamento, delle spese per il personale e delle tasse studentesche. Il risultato è che alcuni atenei guadagnano punti extra mentre altri se ne vedono sottrarre. I primi possono assumere di più e i secondi devono invece rinunciare ai nuovi contratti.

Un altro modo per affrontare il problema

Il sospetto del grande complotto contro gli atenei del Mezzogiorno e a favore di altri atenei non è la strada giusta per affrontare il problema. E potrebbe stupire molti se si pensa che tale considerazione giunge dal rettore dell’Università che ha subito la più alta perdita in termini assoluti (-18,83 punti organico), la “Federico II” di Napoli. In un articolo pubblicato sul Mattino di Napoli Massimo Marrelli spiega che gettare sospetti su meccanismi che lui stesso ritiene imperfetti ma che non non discendono dalla volontà di favorire alcuni a scapito di altri non sia il modo più opportuno di mettere sul tavolo il problema: “Questo lo trovo improprio e scorretto, nei riguardi del ministro, in primo luogo, e degli atenei che giustamente evidenziano le criticità di questo meccanismo”, scrive il rettore.

Detto questo infatti Marrelli non nega l’esistenza di un meccanismo “distorsivo” nell’attribuzione delle risorse agli atenei che non tiene conto dei diversi contesti in cui le Università operano.

Il rettore ritiene invece marginale, seppur non ne metta in dubbio l’esistenza, il problema dell’errore nel calcolo dei punti organico dell’Università Federico II di Napoli che qualora venisse confermato confida verrà corretto nei tempi e nei modi dovuti.


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