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Ecco come Cancellieri squassa il Pd

Da più parti si è, nel recentissimo passato, sottolineato il dato relativo alla consistenza del governo Letta I. Esecutivo di emergenza nazionale, larghe intese obbligate, mercati in fibrillazione da calmierare con misure di austerità e di ripresa, Bruxelles in perenne controllo sulle mosse di Piazza XX Settembre.

Ma se i riverberi del caso Annamaria Cancellieri dovessero essere così forieri di conseguenze per il governo, ecco che un’altra considerazione andrebbe fatta con serenità e franchezza: perché le debolissime larghe intese non potrebbero sopportare neanche il cambio di un ministro?

SOSTITUZIONE VO’ CERCANDO

Cosa impedirebbe all’esecutivo, qualora le cose dovessero irrimediabilmente precipitare, di procedere ad una sostituzione del Guardasigilli così come è accaduto anche in casi precedenti senza patire conseguenze complessive?

LA STRETTA VIA PER LE LARGHE INTESE

Un passaggio che va ben al di là del merito della questione Cancellieri su cui, chi di dovere, farà le relative valutazioni. Ma nel caso in cui un piccolo smottamento possa incrinare la struttura stessa dell’impalcatura politica del governo, significa che essa stessa non è stabile o che le parti in causa hanno smarrito convinzione e piglio risoluto.

LE FATICHE DEL GIOVANE LETTA

Tornando dalla Sardegna (visita per sincerarsi dei danni prodotti dall’alluvione), il premier lo definisce un attacco al governo. In serata partecipa all’assemblea dei trecento deputati del suo partito a cui chiede di respingere la mozione dei 5 Stelle e di confermare in aula la fiducia al Guardasigilli.

LE PRIORITA’ DEL PREMIER

Il mantra lettiano è che questo è un “passaggio politico a tutto tondo”. E che i pericoli si chiamano voto di sfiducia al governo e “una campagna aggressiva molto forte e slegata dal merito”. Per cui predica unità per la tenuta del sistema politico complessivo. Ma se da un lato l’allievo di Beniamino Andreatta porta a casa il risultato di aver evitato la conta interna, dall’altro come un ministro ammette, “da oggi l’esecutivo è più debole”. Proprio perché non sembra essere in grado di “parare” il colpo di un eventuale cambio sulla poltrona di via Arenula.

LE INCOGNITE PER LE LARGHE INTESE

A meno che, sussurra qualcuno, dietro la trincea lettiana pro Cancellieri, ci sia anche la voglia di tenere a bada i concorrenti interni. Ma quella sarebbe un’altra partita, non proprio prudente però da mescolare con quella relativa ai destini dell’Italia e di una legge di stabilità da correggere alla voce ripresa per evitare il baratro.

twitter@FDepalo

 

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