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La Germania non ha ancora un governo ma comanda comunque Merkel

“Nessun rischio di ingovernabilità per la Germania, Angela Merkel è la Cancelliera tedesca uscente”, osserva il politologo Gianfranco Pasquino, docente di European Studies al Bologna Center della Johns Hopkins University. A quasi quaranta giorni dalla chiusura delle urne in Germania, Berlino non ha ancora un esecutivo: l’unica certezza è che la Cdu di Merkel dovrà allearsi con i socialdemocratici della Spd o con i Verdi. Non con gli ex sodali governativi della Fdp (liberali) che hanno subito uno choc elettorale. Formiche.net ne ha discusso con il politologo bolognese.

A un mese e mezzo dalle elezioni tedesche non c’è ancora il governo: sembra quasi l’Italia…
Innanzitutto direi che un vincitore c’è di sicuro e si chiama Angela Merkel, che tra l’altro è anche il Cancelliere in carica. Per cui non c’è alcun vuoto di potere in questa fase, in quanto c’è un governo e un’amministrazione solida ed efficace. Sono in corso negoziati complicati, ma curiosamente c’è già stata una grande coalizione ma i socialdemocratici subito dopo hanno registrato un crollo.

Cosa cambia dunque?
Questa volta sono loro ad essere un po’ più dubbiosi, quindi prolungano le trattative per tentare di ottenere qualcosa in più rispetto alla passata alleanza.

Quanto peseranno i singoli pesi specifici di Spd o dei verdi, come ad esempio una minore austerità?
La cancelliera ha le capacità, e oserei dire il potere finanziario dal punto di vista delle risorse che la Germania dispone, per poter fare delle concessioni. E le farà. Ma certamente non in maniera improvvisa, spropositata o troppo visibile. Ma i passi in avanti verranno compiuti, in quanto la cancelliera ha compreso come il suo Paese debba ricominciare a crescere.

Sul tema gli imprenditori tedeschi sono preoccupati per numeri che non sono più quelli di due anni fa: si spiega così il gran daffare della cancelliera sulle emissioni di Co2 di alcune case automobilistiche?
Angela Merkel ha una visione complessiva dell’economia tedesca, ma credo sappia molto bene anche cosa occorra all’Europa. Per questo terrà in debita considerazione entrambe le posizioni. Inoltre sa anche che in Europa si aspettano un certo allentamento del suo rigore teutonico.

Ci saranno sorprese di quei a due settimane?
Non credo, il nodo sarà il nome di chi gestirà la politica europea, quindi chi andrà agli esteri.

Intanto l’ex ministro delle finanze Schaeuble allerta su oneri fiscali troppo elevati: possibile un nuovo aumento di tasse?
Tutto dipenderà da chi sarà il nuovo ministro dell’economia o se sceglieranno di confermare l’uscente. Sul tema la posizione dei socialdemocratici non credo potrà essere esattamente la stessa dell’ultimo governo. Certo, poiché i ricchi in Germania sono molti, si potrebbero tirar fuori non poche risorse da loro. Se la Spd otterrà il salario minimo garantito bisognerebbe individuare, magari in quelle tasse, le adeguate coperture.

Che tipo di governo tedesco servirebbe a questa Europa barcollante, proprio quando la troika torna ad Atene e chiede altri due miliardi di tasse?
L’Europa può benissimo attendere, perché i funzionari tedeschi nel vecchio continente, al livello di commissione e di parlamento, stanno svolgendo il proprio lavoro. Semmai dovrebbe sperare che la Germania, e quindi la cancelliera, faccia una campagna veramente europea in occasione delle prossime urne di maggio per il rinnovo del parlamento di Bruxelles: ovvero che non promuovano solo se stessi, ma diano slancio a proposte veramente europee.

twitter@FDepalo

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