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Temi e tempi lunghi della larga coalizione in Germania

Un mese e mezzo dopo le elezioni federali, il governo cristiano-liberale continua a rimanere in carica per il disbrigo degli affari correnti. Le trattative tra CDU/CSU ed SPD dureranno infatti probabilmente fino a dicembre e solo dopo la loro conclusione verrà formato il nuovo esecutivo di grande coalizione, il terzo nella storia della Repubblica federale.

Nel 2005 cristianodemocratici, cristianosociali e socialdemocratici trovarono l’accordo dopo 65 giorni di negoziati. Anche questa volta le trattative sono destinate a durare a lungo. Secondo i quotidiani tedeschi, tuttavia, sembra che il nuovo governo abbia in animo di allargare i cordoni della borsa, approvando nuove spese per circa 60 miliardi.

Dagli asili nido alle pensioni fino alle infrastrutture, la signora Merkel sembra pronta a fare compromessi che consentano alla Germania di recuperare terreno sul lato degli investimenti, stagnanti da più di dieci anni. Le nuove spese potrebbero andare a detrimento del rispetto del vincolo di pareggio di bilancio che la Federazione deve rispettare a partire dal 2016.

Tra gli osservatori più preoccupati ci sono le confederazioni imprenditoriali, che temono che molte misure possano minare la stabilità economica della Germania. In particolare sotto accusa c’è il salario minimo federale che, stando a recenti calcoli dei datori di lavoro, potrebbe distruggere da 500.000 fino a 1 milione di posti di lavoro.

Sul tema la Cancelliera ha segnalato, ancora di recente, di essere disponibile ad un compromesso con i socialdemocratici. I cristianosociali, dal canto loro, dovrebbero ottenere l’introduzione di una vignetta autostradale sul modello austriaco. La tassa servirebbe a raccogliere il denaro anche presso gli automobilisti stranieri al fine di realizzare miglioramenti sulla rete. Un intervento che potrebbe invece essere anticipato ad un momento antecedente la conclusione dei negoziati riguarda i contributi sociali per finanziare l’assicurazione pensionistica.

Secondo i piani del governo, a partire dal 2014, i contributi dovrebbero diminuire dello 0,6%. La grande coalizione vorrebbe evitare ciò, al fine di garantire un nuovo aumento delle pensioni. Grande assente delle trattative, quantomeno sui giornali, è l’Europa. Segno che l’accordo di massima sulla politica europea tra CDU/CSU ed SPD è destinato a confermare la linea sin qui seguita dalla signora Merkel.

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