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Tutte le mire europee dell’HammerHead di Piaggio Aero

Il P.1HH “HammerHead”, il velivolo a pilotaggio remoto di Piaggio Aero, basato sul velivolo commerciale P.180, sta scaldando i motori per il secondo volo. Il primo c’era stato due settimane fa, sulla base dell’Aeronautica Militare di Trapani-Birgi, quando il P.1HH aveva volato per circa 12 minuti a 170 nodi con il carrello estratto. A rivelarlo a Formiche.net è Alberto Galassi, amministratore delegato di Piaggio Aero, società che produce il velivolo. “Tra due, al massimo tre settimane procederemo con il secondo volo, in base al piano di sviluppo della piattaforma”. Avanza dunque il programma, sul quale l’azienda sta puntando molto, anche grazie all’esperienza dell’Italia in questo settore, sia dal punto di vista operativo sia regolatorio.

I PUNTI DI FORZA
“Il velivolo non è ambito, è ambitissimo – dice l’ad – perché ha delle caratteristiche che lo rendono unico al mondo. Punto primo parte da un aereo certificato (il P.180 Avanti II, ndr), quindi i dati sono reali. Secondo è un velivolo bimotore. Terzo è all-weather, ha capacità antighiaccio e quinto va a 365 nodi o a 135. Nessuno al mondo lo fa. Il Predator (unmanned della stessa categoria del P.1HH, ovvero media quota-lunga autonomia) va solo a 140”. Le due modalità consentono alla piattaforma di andare ad esempio su un obiettivo velocemente e poi, nel caso, di girargli attorno più lentamente.

PROGETTO ITALIANO, AMBIZIONI EUROPEE
Concepito per missioni di ricognizione, acquisizione e scambio informazioni di tipo ISR (Intelligence, Surveillance, Reconassaince), l’HammerHead vuole inserirsi in un mercato sempre più alla ricerca di sistemi interoperabili per funzioni di comando e controllo. “L’HammerHead interessa a molti”, spiega Galassi. “È un progetto italiano, portato avanti con Selex ES (che ha a bordo dell’unmanned alcuni dei suoi sistemi di controllo misisone), certificato e garantito dall’Aeronautica Militare. Classificato sotto certi aspetti tecnici – ha aggiunto -, rimarrà un programma italiano ma, perché no, anche un programma europeo”.

MERCATO AMPIO
Piaggio Aero aspirerebbe ad offrire la piattaforma come base per un velivolo unmanned europeo di classe media, progetto per il quale i ministri della Difesa Ue hanno recentemente dato mandato all’Agenzia per la Difesa europea (EDA) di iniziare a studiare le dotazioni militari necessarie ed i costi per un futuro sistema congiunto da produrre dopo il 2020, in alternativa ai sistemi americani ed israeliani. Ma a chi potrebbe interessare il P.1HH? “Le prospettive di mercato sono infinite”, dice l’ad. “A cominciare dalla Nato, il velivolo potrebbe andare in tutti quei Paesi in grado di equipaggiarlo con sistemi propri”. La certificazione del P.1HH è attesa per il 2014, l’entrata in servizio nel 2015.

L’ASSETTO AZIONARIO

“Piaggio Aero è stata recentemente ricapitalizzata dagli azionisti e non si vende”, ha aggiunto Galassi. Il riassetto dell’azionariato ha visto salire la partecipazione del gruppo indiano Tata al 44,5% e della società di investimenti strategici degli Emirati Arabi Uniti Mubadala al 41%.

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