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Netflix, la web Tv americana che cambia canale

C’era una volta la televisione. Quella scatola grande e grossa davanti alla quale ti accomodavi aspettando impaziente che venisse trasmesso il tuo programma preferito. E così di giorno in giorno, settimana in settimana, lei scandiva le tue giornate.
Il focolare domestico che a partire dagli anni Cinquanta fu così rivoluzionato da questa invenzione era destinato a subire ulteriori cambiamenti. Prima con la diffusione della pay tv che ha sancito la fine della visione hic et nunc (qui e subito) poi con la convergenza tra la televisione e la Rete che ha plasmato il nuovo utente rendendolo multitasking, desideroso di fruire dei servizi everytime e everywhere e capace di interagire e condividere i contenuti, che diventano gli unici veri protagonisti del mercato spodestando la classica suddivisione in canali e reti.

LA LEZIONE DEGLI STATI UNITI: NETFLIX

In questo settore gli Stati Uniti insegnano. Fu alla fine degli anni novanta che oltreoceano si parlò per la prima volta dei primi prototipi di Web tv ed è da lì che negli ultimi anni stiamo assistendo ad una completa rivoluzione della fruizione televisiva destinata presto a sconvolgere anche i piani dei maggiori produttori e brodcaster televisivi.
Il consumo di video online attraverso piattaforme di video sharing con in testa You tube e servizi di streaming video on demand (Vod) è una ‘pericolosa’ alternativa alla tv tradizionale generalista che ben si addice ai ritmi del consumatore moderno.

Tra i più ambiziosi c’è chi negli Usa sta vivendo il suo momento magico. È Netflix, il gigante americano della web-tv che sgomita per accaparrarsi sia cinema che televisione. Fondata da Reed Hastings nel 1997, la società cominciò distribuendo dvd per posta con un abbonamento mensile senza limiti per la durata della visione di ogni film. Il passaggio alla diffusione di video in streaming via Internet avvenne nel 2007: con soli 7,99 dollari al mese e con l’opzione di interrompere l’abbonamento a piacere, ogni utente poté così fruire di un’ampia collezione di film e telefilm da qualsiasi apparecchio collegato al web. Non contento di ciò da quest’anno Netflix ha fatto il grande salto diventando anche produttore di contenuti esclusivi.

NETFLIX IN PILLOLE

Secondo un’analisi Nielsen, ad oggi il servizio di streaming è usato dal 38 per cento degli americani raggiungendo i 30 milioni di utenti abbonati e ha superato in territorio a stelle e strisce HBO, il noto e popolare canale della Tv via cavo in termini di abbonati.

Offre la possibilità di divorare un’intera serie di fila: lo scorso febbraio i 13 episodi di House of cards,  il thriller politico con protagonista Kevin Spacey, sono stati messi online tutti insieme per soddisfare la voracità del nuovo consumatore.

All’ultima edizione degli Emmy Awards è entrata ufficialmente nella storia della tv diventando la prima Internet Tv a vincere un premio per una serie pensata, realizzata e distribuita solo per il pubblico online: il regista di House of cards, David Fincher, è stato celebrato come il migliore nella categoria ‘drammatica’ alla cerimonia del 22 settembre.

Promette di offrire entro l’anno prossimo film e video ad altissima definizione, il cosiddetto ultra HD noto anche come tecnologia 4K, capace di assicurare dettagli e qualità di immagine due volte superiori a quelle disponibili con l’alta definizione.

Si vocifera che Netflix vorrebbe azzerare i tempi di attesa dei film portandoli su tv, computer e dispositivi mobili lo stesso giorno in cui debuttano al cinema.

Ha condotto Blockbuster alla resa: la storica catena di video noleggio di dvd ha annunciato la chiusura entro gennaio dei suoi 300 punti di videonoleggio superstiti negli Usa mentre a metà dicembre sarà interrotto il servizio di vendita di dvd per corrispondenza ‘Blockbuster by Mail’. In Italia l’ultimo negozio Blockbuster ha chiuso nel 2012, dopo 18 anni di attività.

Potrebbe arrivare in Italia nei primi mesi del 2014. A rivelarlo è un dirigente dell’azienda al Corriere della Sera: “Non abbiamo ancora fatto annunci in termini di apertura a nuovi mercati. Ma non possiamo escludere l’arrivo già dalla prima metà del prossimo anno”.



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