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Regionali Basilicata2013: su Conte “contaci”, ma su Di Maggio? Riflessioni agrodolci a poche ore dal voto lucano.

Ha appena 26 anni e si è laureato a Pisa in chimica. E’ alla sua prima vera battaglia elettorale (dopo due candidature di bandiera sempre a livello locale, per una lista civica e per il centro-destra), ma è soprattutto il più giovane candidato delle regionali in Basilicata (17 e 18 novembre prossimi).

Parliamo di Stefano Conte, l’unico candidato di Scelta Civica per la provincia di Matera (al di là del candidato presidente Tito Di Maggio) nel centro-destra lucano. E’ armato di belle speranze, di una parlantina fluida e sembra persino troppo onesto per fare il politico in questa Italia 2.0.

Quasi sprecato, ma crescerà ne siamo certi. Il suo motto è lapidario: “l’onestà deve andare al potere”. Come dargli torto, il problema è che ad esaminare buona parte della casta politica tricolore, potrebbe rischiare di restare solo. Un Conte solo al comando, una sorta di Coppi post-litteramStefano Conte - candidato SC per la provincia di Matera - regionali Basilicata2013.

Scherzi a parte (è bene sottolinearlo) l’abbiamo intercettato al telefono a poche ore dal “silenzio elettroale” e gli abbiamo posto una serie di domande per capire che idea si è fatta della politica lucana, oltre che nazionale.

Ne emerge un ritratto simpatico. Conte è un candidato che ci crede nella politica, anche se quella attuale (sia locale che nazionale) usa spesso questi giovani volti più per marketing che per convinzione (o almeno speriamo di sbagliarci).

 

 
D: Lei utilizza uno slogan molto diretto: “Su Conte Contaci, il candidato più giovane”. E’ il candidato più giovane del centro-destra o delle regionali nel loro complesso?
R: Lo sono in senso assoluto, sia della coalizione cui appartengo, che di questa intera tornata elettorale.
D: Il fatto di essere il più giovane candidato come lo commenta?
R: Significa che la politica inizia ad invertire la rotta. Lo vedo come un dato sicuramente positivo. Si inizia a candidare gente con una energia ed un entusiasmo maggiore di chi fino ad oggi ha fatto politica in Basilicata. Fermo restando che è altrettanto importante che ci siano candidati con una età anagrafica maggiore della mia, perché il loro contributo è proprio nell’esperienza.
D: Facciamo un “gioco” Conte, una simulazione, uscendo anche dal discorso delle regionali in Basilicata. Parliamo di “Porcellum” e di sistema elettorale, collegandolo al tema dei giovani-candidati. Se fosse candidato alla Camera, per esempio, alle prossime politiche nazionali, e fosse inserito all’ultimo posto della lista avrebbe la forza e/o il coraggio di andare dal capolista e chiedergli provocatoriamente di invertire il ranking della lista, per dare un segnale di cambiamento radicale?
R: Per natura sono una persona con le “palle sotto”. Se il capolista fosse un politico non idoneo a quella posizione non avrei problemi a rappresentargli la situazione in esame e a chiedergli in linea di principio di farsi da parte. Farei sicuramente questo con forza, a tratti con veemenza, e gli chiederei anche giustificazione del perché si trova ad essere lui, e non un altro (con maggiori qualità, nda), nella posizione di capolista. Chiederei di sostituirlo, ma d’accordo con tutti gli altri candidati.
D: Però Conte siamo sinceri, porcellum o non porcellum, le candidature le fanno sempre le segreterie dei partiti. Anche con la nuova legge elettorale lei si troverà a scontrarsi contro il muro delle “segreterie”.
R: Certo, su questo non c’è dubbio.
D: Ho il timore, che al di là della sua veemenza, è più facile che in caso di contestazione dell’ipotetico capolista, sia più lei a dover abbandonare il partito che non il capolista stesso.
R: Certo, certo! Ma le dico anche che per fare questo bisogna cambiare la legge elettorale. Le dico  che legge elettorale attuale (il cosiddetto “porcellum”) non sarà cambiata.

D: Quali sono le sue aspettative rispetto alle prossime amministrative?
R: Dico sempre ai miei amici, ma anche ai miei elettori: “Se vengo eletto va bene, ma se non vengo eletto è meglio“.
D: E’ alla prima esperienza elettorale?
R: No, è la terza esperienza, ma questa è la mia prima vera battaglia elettorale, pesandomi concretamente sul terreno della preferenza.
D: Se fosse eletto, nei primi 100 giorni cosa, vorrebbe mettere in pratica del suo programma elettorale?
R: Mi interessa molto il tema della “governance”. Vorrei arrivare ad una decurtazione dei costi degli emolumenti dei consiglieri regionali nella misura del 10%. C’è poi il tema dell’utilizzo delle royalties petrolifere (una risorsa importante per la nostra regione), da reinvestire per una defiscalizzazione dell’Iva sulle imprese e in un pacchetto di interventi a favore dei pensionati e dei ceti meno abbienti.
D: Un tema centrale è quello della disoccupazione collegato alla crisi economica. In Basilicata ci sono situazioni di disagio a tutti i livelli. A Matera c’è poi il problema del rilancio del distretto del mobile di Matera, dove lei, tra l’altro, si candida. Un distretto che è in crisi da tempo. Ma perché c’è questa crisi? Secondo quanto emerso da un report della tramissione “Piazza Pulita”, c’è una concorrenza, probabilmente per certi versi sleale, da parte di lavoratori cinesi, anche perché accettano di lavorare a condizioni economiche molto più basse rispetto a quelle di altri lavoratori italiani presenti sul territorio. Ci sono degli imprenditori che dichiarano, senza misure, di essere costretti a lavorare in condizioni di “concorrenza sleale”. Rispetto a questo tema lei come si pone?
R: Partiamo da un dato numerico: ogni anno in Basilicata 3 mila giovani lasciano il territorio per andare a lavorare fuori. E’ una vera e propria piaga per il territorio. Da quello che mi risulta ci sono molti laboratori stranieri e molti di questi sarebbero cinesi. Ma se stiamo parlando del caso Sofaland, da quello che mi risulta si tratta di lavoratori stranieri tutti con contratto.
D: Guardi Conte la ringrazio, ma qui il problema non è la SofaLand (dove lavora il candidato presidente Tito Di Maggio come manager, nda). Partiamo allora da un altro piano di riflessione: molti di questi lavoratori cinesi (presenti all’interno del distretto del mobile di Matera) lavorerebbero a salari molto più bassi di quelli stabiliti per i lavoratori lucani. 
R: Possono esserci lavoratori cinesi e italiani che convivono in un determinato territorio e magari con livelli salariali diversi. Non è equo, ma è il male minore, se mi permette.
D: Ma ci sono delle aziende, secondo lei, che utilizzano questi cinesi non seguendo le regole? E soprattutto gli enti preposti svolgono controlli periodici sul territorio?
R: Guardi non è che non ci sono i controlli sul territorio. Si fa in modo che i controlli non ci siano.
D: Conte, però, questo che sta affermando è grave.
R: Sono assolutamente d’accordo con lei. Non è una cosa grave, è gravissima. Queste cose infatti non si devono verificare, perché ci deve essere un trattamento economico paritario.
D: Guardando un attimo all’interno della sua coalizione non le sembra strano, però, che ci siano posizioni estremamente diverse tra alcuni candidati formalmente alleati? Mi spiego meglio. Di Maggio (SC) ha una posizione molto “aperta” sul lavoro cinese in Basilicata, Gianni Rosa (FDI), in linea di principio, dovrebbe tutelare solo ed esclusivamente quello italiano, anche per una serie di motivazioni ideologiche. Non le sembra un po’ strana questa situazione all’interno del centro-destra lucano? Nel caso in cui questa coalizione dovesse arrivare a vincere riuscirebbe poi a governare pur avendo alla base posizioni politiche così differenti sul tema del lavoro o della tutela dell’occupazione locale?
R: Considereando le divergenze e le fratture presenti all’interno della politica del centro-sinistra, quelle del centro-destra sono preoccupanti, ma fino ad un certo punto.
D: Quindi mi sta dicendo che il centro-destra è il meno peggio?
R: Di gran lunga il meno peggio.
D: Vabbè, ma allora il migliore chi è, alla fine, in questa tanto tormentata campagna elettorale lucana?
R: No, il migliore è, comunque, è il centro-destra. Dopo 30 anni di “sistema” di centro sinistra, proviamo con la forza e l’aiuto degli elettori a cambiare questo sistema, virando nella nostra direzione. Per quanto riguarda la precedente domanda (sulle differenti posizioni interne) ci tengo a rimarcare che conosco bene il presidente Di Maggio, un po’ meno Gianni Rosa. Il primo è molto pacato, il secondo molto più irruente, ma sono sicuro che alla fine troveranno un punto d’incontro.
D: Dice?
R: Sì. sì. Ne sono certo.
D: Senta Conte, facciamo un’altra simulazione pre-voto. In caso di forte dèbacle del centro destra, con la vittoria del centro sinistra e il superamento anche da parte dei “grillini”, secondo lei personaggi come Latronico, Viceconte o Taddei (tutti in area PDL con Berlusconi), che sicuramente non sono dei “giovanissimi”, avrebbero il coraggio di lasciare una volta per tutte la politica locale, schiacciati dal peso dell’eventuale sconfitta?
R: No, non lo faranno mai (e ride divertito alla mia domanda, nda), glielo sottoscrivo, anche di fronte ad una eventuale contrazione delle posizioni del centro-destra lucano. Non mollerebbero mai e non accetterebbero di rivedere le loro posizioni. Dobbiamo lavorare nei prossimi mesi per riportare l’onestà al potere, o meglio ancora per dare il potere all’onestà. Il centro-destra deve organizzarsi meglio, ma, mi creda, il centro-sinistra sta molto, ma molto peggio.

Che dire…Conte ci mette molto della sua gioventù. Ha ideali, ma la politica (anche quella lucana) è “cruda”, dura, amara. Così come è molto amara e poco dolce la consapevolezza, che, anche in caso di sconfitta, i colonnelli della politica locale non si schioderanno dalle loro sedie, perchè nessuno, nè a destra, nè a sinistra, è pronto a rinunciare alle proprie “rendite di posizione”. Questo è il lato più amaro di tutta l’intervista. Nel frattempo oggi Beppe Grillo ha riempito la piazza centrale di Matera, mentre Epifani stasera non è riuscito a parlare, perchè coperto dai fischi (così narrano le cronache lucane). E i politici del centro-destra? Non pervenuti. Perchè sono un “meltin’pot”, disunito. Senza uno straccio di idea o di programma di alternativa politica. Se perderanno è un copione già scritto. Solo un miracolo può salvare la coalizione di centro-destra. Ma la Lucania non è Lourdes. Sarà sicuramente interessante mettere a confronto i dati dei voti della lista di centro-destra e confrontarli con quelli destinati solo al candidato governatore. Dall’urna potrebbero uscire delle belle sorprese. La data del 18 novembre è molto vicina. Mancano veramente poche ore al D-DAY lucano. 

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