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Renzi ha il programma di Letta ma Matteo non lo sa

Il governo delle larghe intese non c’è più, scrive Matteo Renzi in una mail ai suoi sostenitori, ma non intende rottamare il governo Letta. Anzi, dà sfoggio di un lungo e dettagliato programma molto lettiano che però vuol far sembrare anti lettino. Potenza affabulatoria del sindaco di Firenze…

LARGHE INTESE ADDIO
“Il Governo delle Larghe Intese non c’è più – scrive il sindaco di Firenze – Ora c’è una maggioranza di emergenza, diversa dalle larghe intese e diversa da che ha i numeri per fare le cose che da anni si dicono e non si fanno. Chi mi vota, non vota per me. Non vota solo per me. Vota per un pacchetto di proposte specifiche“. E quali sono queste proposte nel merito? Un risparmio di 1 miliardo di euro sui 2,5 miliardi; la rottamazione delle indennità di Senato e Province; una riduzione di costi e posti.

RIFORME E AFFINI
Renzi punta su una riforma del lavoro “dove si semplifichino le norme per attrarre investimenti e semplificare la burocrazia, si rivoluzioni il sistema della formazione professionale, si investa sulle politiche attive per il lavoro”. E chiede che nel 2014 si inizi a “disboscare le regole del gioco sul fisco, sulla burocrazia, sulla giustizia, sull’energia per rendere l’Italia più competitiva. Un PD che cambi rispetto al passato può farlo perché stavolta è la volta buona”.

EUROPA
“Chi vota per me – aggiunge – vota per un’Europa che non sia solo dei burocrati, ma abbia un’anima. Dove ci sia l’Erasmus anche per le scuole e il servizio civile obbligatorio. Dove Lampedusa sia un problema di tutti e non solo dei suoi abitanti o del suo sindaco e dove la politica estera non sia spezzettata tanto quanti sono gli stati membri. E dove il patto di stabilità non blocchi il Comune di Olbia e dove i fondi europei si utilizzino bene e non in marchette. Un PD che cambi rispetto al passato può farlo perché stavolta è la volta buona”.

TRITTICO LETTIANO
Un trittico di idee e promesse che, andando a scavare ben bene, si ritrovano anche nel programma non solo del Pd ma anche del Letta I. Come dire che nell’incoscienza data forse dalla fregola di primarie, confronti tv e dibattito politico praticamente quotidiano, Renzi non si è accorto di come molte, o quasi tutte le proposte su cui chiede il voto di iscritti e simpatizzanti del Pd, sono di fatto le stesse che da anni professa Letta nella doppia veste: prima di vicesegretario del Pd e adesso come Presidente del Consiglio.



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