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Come sta nascendo il Centro popolare

Si rompe il Pdl e nasce il Centro popolare? Il sincronismo delle prossime 48 ore, pur non voluto nelle intenzioni, è un elemento cronologico preciso e sul tavolo della contingenza politica italiana. Perché se da un lato il Consiglio Nazionale dei berlusconiani domani potrebbe sancire ufficialmente la separazione politica e partitica tra lealisti in Forza Italia e alfaniani (apolidi ma pronti all’avventura Popolare), dall’altro l’assemblea degli associati di Scelta civica proprio domani dovrebbe sancire il divorzio tra montiani tentati da Matteo Renzi e centristi che a sinistra non andranno mai.

CENTRO CON CHI?
Regista dell’operazione “Centro Popolare” è il ministro della Difesa Mario Mauro, lo stesso che un mese e mezzo fa suscitò le ire di Mario Monti in persona, in quanto aveva paventato una ciambella di salvataggio Popolare al Pdl (azzoppato dal rischio decadenza) in occasione di un pranzo con il Cavaliere. Circostanza che all’ex premier tecnico non era andata giù, per cui aveva definito l’ex vicepresidente del Parlamento europeo un Solone che “prima mi ha chiesto fedeltà al governo poi è andato a pranzare con Berlusconi che, invece, destabilizza l’esecutivo: e allora, è lui ad aver tradito”. Oggi Mauro, dialogando con l’Udc di Pierferdinando Casini e con l’ala cattolica di Sc e del Pdl (quindi i governativi) sta tentando di dare fiato a quelle istanze che nei mesi scorsi erano state seminate dall’associazione “Popolari italiani per l’Europa” fondata dagli europarlamentari del Ppe Giuseppe Gargani e Potito Salatto. Nessuna voglia di ricostruire la Diccì, il Ppe italiano sarà oltre, è la vulgata che trapela dai Nuovi Popolari che oggi hanno lanciato il Manifesto, anticamera alla creazione di gruppi parlamentari autonomi alla Camera e al Senato: logica destinazione, dicono in molti, dei pidiellini al governo che non intendono aderire a Forza Italia.

SIGLE E NOMI
Il prima fila il movimentiamo cattolico, con Comunione e Liberazione (che già esprime i ministri Lupi e Mauro e l’ex governatore lombardo Roberto Formigoni); poi le Acli di Andrea Olivero, eletto con Monti ma in sofferenza rispetto a posizioni liberali e tendenti al raggruppamento europeo dell‘Alde più che del Ppe; la Comunità di Sant’Egidio presente al governo con il sottosegretario agli Esteri Mario Giro e tra i montani con il deputato Mario Marazziti, senza dimenticare l’ex ministro della cooperazione (delega introdotta ad hoc) Andrea Riccardi; e l’avvocato e deputato Gregorio Gitti, genero del banchiere Giovanni Bazoli, come ricorda Adalberto Signore su Il Giornale di oggi, aderirà al nuovo gruppo dei Popolari per l’Italia.

VALORI
Popolarismo: ovvero proposta di un contenitore moderato che di fatto assuma le redini del futuro centrodestra italiano, che guardi all’Europa senza l’atteggiamento montiano ma con una ferma e consapevole intenzione di ragionare su ogni decisione. E ancora, contro la ghettizzazione dei cattolici, a difesa di welfare e famiglia.

twitter@FDepalo


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