Concessioni rilasciate senza procedure di gara per 40 anni, sub concessioni affidate in violazione del Codice dei contratti, vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture su cui fare chiarezza. Al termine delle indagini sulle gestioni aeroportuali, l’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture (Avcp) ha verificato la qualificazione giuridica dei gestori aeroportuali per accertare se sono soggetti alle norme del Codice dei Contratti Pubblici. Con una serie di discrepanze riscontrate nell’intero sistema gestionale.
INDAGINI
Dalla verifica dell’Autorità è emerso che la maggior parte delle concessioni di gestione aeroportuale sono state rilasciate per un periodo di quattro decenni, senza ricorrere a procedure concorsuali, come invece sarebbe previsto normalmente dalla legge. I gestori aeroportuali, inoltre, nell’affidamento delle sub concessioni, non hanno espletato procedure ad evidenza pubblica, come invece è previsto dal Codice dei Contratti e dalla normativa di settore.
I NUMERI
Roma, con Fiumicino e Ciampino, ha registrato 41 milioni di passeggeri e 152mila tonnellate di merci; Milano (con Linate e Malpensa) 27 milioni di passeggeri e 421 mila tonnellate di merci; Bergamo 8,8 milioni di viaggiatori e 117 mila tonnellate di merci; Venezia rispettivamente 8 milioni e 40 mila tonnellate; Catania 6,2 milioni e 74 mila tonnellate; Bologna 5,9 mln e 40 mila tonnellate; Aeroporti di Puglia (Bari, Brindisi, Foggia e Taranto) 13 milioni; Napoli 5,8 milioni e 61 mila tonnellate; Palermo 4,5 mln e 2.300 tonnellate; Pisa 4,4 mln e 7 mila tonnellate; Cagliari 3,5 milioni e 3 mila tonnellate; Torino 3,5 milioni e 2.400 tonnellate; Verona 3,1 milioni e 4 mila tonnellate; Lamezia Terme 2,2 mln e 1.700 tonnellate; Alghero 1,5 milioni e 1.600 tonnellate; Ancona 558 mila e 686 mila tonnellate; Perugia 201 mila; Bolzano 45 mila; Grosseto 4 mila passeggeri.
SCENARIO
Uno scenario generale zavorrato dal precedente piano aeroporti che, come ha osservato dalle colonne dell’ultimo numero di Air Press l’ex ministro Altero Matteoli (e attuale presidente della Commissione Lavori Pubblici del Senato), si inserisce in una situazione in cui esiste un numero di aeroporti superiore rispetto a quelle che sono le effettive necessità. “Ciò ha creato una serie di disfunzioni anche alla nostra stessa compagnia di bandiera, uno dei motivi che assieme a tanti altri ne ha determinato la crisi”.
IL MATTEOLI PENSIERO
Prima criticità, il numero degli aeroporti: “Ormai ci sono e non possiamo cancellarli – ha osservato il Senatore di Forza Italia ex ministro dei Trasporti – è necessario trovare un modo per farli funzionare secondo quelle che sono le singole vocazioni. Porto l’esempio della Toscana, dove ve ne sono due, compresi due consigli di amministrazione. Tutto ciò è assurdo, si deve lavorare per una riorganizzazione amministrativa che comporti un risparmio di gestione. Il tutto per arrivare a rendere questi aeroporti più efficienti: un obiettivo che dovrebbe essere perseguito in maniera generalizzata in tutto il Paese, verificando con appositi screening in quali regioni ci sono più di due aeroporti e comprenderne funzionalità e impiego”.
FUTURO AEROPORTUALE
Sull’argomento si inserisce il nuovo piano varato dal ministro Maurizio Lupi che secondo Matteoli sarà “utile per procedere ad una riorganizzazione complessiva del settore, dopo che quello previsto dall’ex ministro Passera non aveva risposto alle esigenze logistiche del Paese”. Altro elemento da tenere presente è quello delle tratte da valorizzare, anche alla luce dell’alta velocità ferroviaria. Un aspetto su Matteoli resta convinto che “in alcune parti del mondo ha comportato un aumento della convenienza, sia per il treno che per l’aereo, in quanto ci si muove più velocemente su rotaia per raggiungere hub o aeroporti con cui poi spostarsi su altre mete nel mondo. Per cui non è detto che la concorrenza sia sempre un problema”. Ma è ovvio, aggiunge, che prendendo in esame la tratta Milano-Roma, “la situazione sia sotto gli occhi di tutti”.