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Che cosa farà Renzi. A Roma e a Firenze

Nel capoluogo toscano la voce gira da tempo. Negli incontri cittadini il neo segretario Pd continua a ribadire la sua volontà di ricandidarsi alla guida del Comune, nonostante a livello nazionale la notizia sia stata praticamente oscurata.

Se non si vota a maggio per il Parlamento, Matteo Renzi vestirà i panni del segretario nazionale e del candidato sindaco. Sono in molti – non solo a Firenze – a domandarsi il perché di questa scelta, perché tanta pervicacia nel voler rimanere seduto sullo scranno più alto di Palazzo Vecchio.

Le risposte potrebbero essere molteplici: prima di tutto c’è la smania di Renzi che del “ghe pensi mi” berlusconiano ne ha fatto una religione, perché tirarsi indietro di fronte ad una vittoria praticamente sicura grazie all’abilità che ha dimostrato in questi anni? In secondo luogo, Firenze è piazza importante: economia, banche, arte e turismo. Un concentrato di mondi diversi e fascino che il segretario del Pd non vuole lasciarsi sfuggire. Terzo è una questione di comunicazione: essere sindaco di Firenze nel mondo è cool, permette di avere relazioni internazionali, ospiti illustri e un modello da presentare al pubblico. Insomma, la poltrona è prestigiosa.

E se si votasse? Chi potrebbe sostituire Renzi alla testa dei palazzi fiorentini? I nomi si riducono sostanzialmente a due: Eugenio Giani, consigliere regionale e presidente del Consiglio Comunale, 55 anni, stile sobrio, politico di lungo corso; e Stefania Saccardi, attuale vice-sindaco, proveniente come Matteo dalla sinistra democristiana, ottimi rapporti con Curia e anche lei politica esperta e navigata.

Se invece il governo Letta durasse, Matteo Renzi potrebbe trovarsi ad affrontare due campagne elettorali in contemporanea: quella da sindaco e quella per le elezioni europee da segretario di partito. Assumerebbe così una centralità nel dibattito pubblico raramente raggiunta da altri, si dimostrerebbe uno e trino: sindaco, segretario, leader di partito.

Insomma un Renzi vincente e asso piglia tutto. Si vedrà.


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