Nonostante il clima da ultimo dell’anno non poteva passare inosservato l’articolo con cui Milena Gabanelli, ideatrice e conduttrice della trasmissione di inchiesta Report su Rai3, dalle colonne del Corriere della Sera “ha fatto le pulci” alla sua Rai, oltre a parlare di altro.
Sono molte le reazioni che tra critica aperta e ironia stimmatizzano le parole sferzanti con cui il volto delle inchieste della tv di Stato ha denunciato veri o presunti sperperi di viale Mazzini, l’azienda dove da anni, anzi da qualche decennio, la giornalista lavora con un contratto che non prevede l’esclusiva, visto che scrive e collabora con il Corriere della Sera.
L’ATTACCO DELL’USIGRAI
Con un tweet che rimanda a un comunicato è Vittorio Di Trapani, segretario nazionale dell’Usigrai – il sindacato dei giornalisti della tv pubblica -, il primo a sostenere che “l’attacco alle sedi regionali della Rai sferrato da Milena Gabanelli dalle colonne del Corriere della Sera è disinformazione pura“, perché a suo parere si basa su “dati errati e una scarsa conoscenza dell’azienda per la quale lavora da anni“. Aggiungendo polemicamente che “una operazione del genere fatta in una fase cruciale del rinnovo del Contratto di Servizio e del dibattito sul Concessione di Servizio Pubblico del 2016 rischia di dare un grande aiuto ai detrattori della Rai“.
L’IRONIA DELLA CARFAGNA
All’insegna del sarcasmo (ma non solo di sarcasmo) è il commento della giornalista del Tg1, Barbara Carfagna. Sempre “cinguettando” dal social network, la conduttrice della striscia informativa del primo canale Rai scrive che non ha “mai conosciuto posto più fisso di un programma su Rai3” e che “l’unica volta che è stato in forse, giù editoriali“: riferimento a quando Gabanelli dalle colonne di Repubblica si lamentava della possibilità che il suo programma in Rai non potesse essere confermato. Carfagna aggiunge: “Se provi a toglierle (alla Gabanelli, ndr) il contratto che ha assicurato da più di 30 anni grazie alla Rai che riconosce la professionalità scoppia un putiferio“.
IL SOSTEGNO DI GULLOTTI
Tra molte critiche c’è anche chi, come il programmista e regista della tv pubblica Salvatore Gullotti, pur con i dovuti distinguo, dà ragione allo sfogo di Milena Gabanelli, twittando che “pur con inesattezze la Gabanelli ha ragione. 21 sedi regionali e numerosi uffici distaccati sono troppi per la Rai“.
PRO E CONTRO
L’articolo della conduttrice di Report, che ha occupato una intera pagina del quotidiano diretto da Ferruccio de Bortoli, divide anche osservatori esterni al servizio pubblico. L’editorialista Oscar Giannino “cinguetta” che la Gabanelli scrive “benino su Rai Regioni e Consob (ma tace tentato golpe del governo), male inno pro assunti Stato e Ilva: è tenuta a bonifica“. Mentre l’ex giornalista Spazio non disponibile twitta che la richiesta “a cosa servono 25 sedi regionali Rai?” sarebbe “da incorniciare nella stanza del direttore generale della Rai Luigi Gubitosi“.