È il terzo “V-Day” del Movimento Cinque Stelle, previsto stasera nella cornice di Piazza della Vittoria a Genova. L’iniziativa, rimasta finora sullo sfondo del panorama mediatico, potrebbe costituire un passaggio cruciale nella storia della formazione animata da Beppe Grillo.
LE PROSSIME SCELTE GRILLINE
Il movimento 5 stelle deve affrontare scelte nette sul proprio futuro. Quali? Eccone alcune. Regole di democrazia e partecipazione interna. Rapporto con gli esponenti più critici e perplessi sull’orientamento assunto dai leader e dalla maggioranza dei parlamentari. Meccanismo di voto per le Camere. Opposizione nei confronti del governo di larghe intese e dell’Europa dell’austerità finanziaria. L’Ue della moneta unica a egemonia germanica, divenuta bersaglio privilegiato della nuova Forza Italia, traslocata nel campo degli avversari dell’esecutivo Letta.
LA SFIDA DI FORZA ITALIA
Ora che il M5S trova un “compagno di strada” di peso e ingombrante e al di là delle consonanze di linguaggio e delle convergenze di azione verso le strategie comunitarie ispirate dal Fiscal Compact, gli esponenti Cinque Stelle devono marcare i tratti distintivi della propria identità.
LO SCENARIO DI UN MOVIMENTO VINCENTE
Convinto che il V-Day si rivelerà un successo dal punto di vista della partecipazione popolare, nel clima di indifferenza e silenzio che il mondo politico ha riservato al suo allestimento, è Mauro Suttora, firma del settimanale Oggi (Rcs) e fra i più acuti osservatori dei fermenti e delle dinamiche delle Cinque Stelle. Al punto di assumere le vesti del militante penta-stellato infiltrandosi nel dicembre 2012 nell’assemblea cittadina di Saronno chiamata a vagliare e scegliere i candidati del movimento per il voto politico nazionale. Il giornalista e scrittore non crede che il voto favorevole alla decadenza del Cavaliere dal seggio senatoriale e il passaggio di Forza Italia nel fronte trasversale dell’opposizione abbia indebolito il M5S. “Grillo è uscito rafforzato dalla decisione dell’Aula di Palazzo Madama. Perché può intestarlo a se stesso affermando che l’estromissione dell’ex capo del governo è stata la conseguenza palese dell’ingresso dei Cinque Stelle in Parlamento”. Metafora eloquente della rivendicazione del comico ligure è l’intervento svolto in Assemblea dalla capogruppo Paola Taverna, durissimo e intransigente nei confronti di Berlusconi. “Un discorso che sta riscuotendo un mare di clic nel Web e sta spopolando in Rete tra militanti e aderenti penta-stellati, di cui la parlamentare laziale è divenuta un’eroina popolare. Parole che non avevo mai ascoltato negli ultimi vent’anni, neanche dagli esponenti di Rifondazione comunista. E che la consacra numero tre del movimento”.
IL CAPOSALDO ANTI MERKEL E IL RUOLO DELLA LEGA
Ora però i Cinque Stelle non saranno più l’unica forza rilevante nell’opposizione parlamentare all’Europa dell’austerità a trazione germanica e ai rigidi vincoli di bilancio comunitari. È vero, riconosce la firma del settimanale di Rcs ricordando come Milano sia tappezzata da manifesti del Carroccio contro la moneta unica: “Il M5S subirà una duplice concorrenza, almeno sul versante di destra. Ma oggi la Procura di Milano accusa Umberto Bossi di truffa aggravata allo Stato e appropriazione indebita nell’indagine sull’utilizzo illegale dei rimborsi elettorali della Lega. E tutte le persone indignate per le ruberie e gli scandali della casta non voteranno più Berlusconi”. Ragione per cui Grillo non muterà opinione sulle politiche europee: “Continuerà a oscillare fra il No alla moneta unica e la proposta di un referendum sull’euro. E forse virerà i suoi attacchi verso la casta e gli sprechi dell’Assemblea di Strasburgo”.
L’INCOGNITA CASALEGGIO
Più problematici, per il giornalista, gli scenari futuri del M5S. Tutto ruota attorno alle scelte di Grillo e Gianroberto Casaleggio, “responsabili di troppi errori con uscite assurde e avventate”. Ma non per questo si profilano rotture e scissioni: “All’indomani del V-Day è probabile che i leader rendano pubblico un documento sulla vita interna delle Cinque Stelle. Che non preluderà a fuoriuscite né a defezioni”. Al contrario di quanto avvenuto nelle tornate amministrative, Suttora non pensa che tensioni e dissensi avranno ricadute negative nel prossimo appuntamento elettorale. E prevede per il M5S un 20 per cento nelle elezioni europee della primavera 2014.
I NUOVI BERSAGLI DEI PENTASTELLATI
Molto più nebuloso lo scenario prefigurato dal giornalista Giuliano Santoro, esperto di politica e società che al mondo penta-stellato ha dedicato il libro “Un grillo qualunque. Il Movimento 5 Stelle e il populismo digitale nella crisi dei partiti italiani”. Lo scrittore individua una mutazione genetica nel corso degli ultimi mesi: “Il M5S ha da tempo spostato il suo asse dall’opposizione al berlusconismo alla battaglia contro la Casta. Non è un caso che Grillo, all’indomani della decadenza del leader del centro-destra, si sia affrettato a twittare “Berlusconi è solo il primo, ora tocca agli altri”. Le Cinque Stelle, spiega Santoro in una conversazione con Formiche.net, hanno riscosso in un primo momento l’adesione degli “antiberlusconisti ad personam”, che hanno visto nella figura di Berlusconi un nemico senza rendersi conto di quanto fosse la spia di fenomeni culturali e sociali più complessi, che non possono essere affrontati a colpi di sentenze della magistratura e di slogan televisivi. Poi Grillo ha modificato il suo target e il posto di Berlusconi l’ha preso Giorgio Napolitano. E Laura Boldrini: “Raffigurata come una radical chic buonista e incoerente, attaccata alla poltrona e antropologicamente incompatibile con la gente, nelle campagne penta-stellate diventa una carrierista cinica e ipocrita, amica dei migranti per tornaconto personale e nemica delle persone semplici vessate dai misteriosi poteri forti. Un messaggio efficace, che pesca soprattutto a destra perché solletica in maniera sottile gli impulsi maschilisti e xenofobi”.
LE AFFINITA’ TRA FORZISTI E GRILLINI
È per questa ragione che a giudizio dello scrittore il successo di Grillo nei sondaggi ha inciso nella scelta di Berlusconi di rifondare Forza Italia e radicalizzare lo scontro: “Non vi è dubbio che il Cavaliere voglia riconquistare gli elettori finiti comodamente a votare Movimento 5 Stelle. Basta guardare il talk show di Paolo Del Debbio per capire quanto la retorica penta-stellata e la tradizione anti-politica di Berlusconi e delle destre postmoderne si assomiglino. Fenomeni che si muovono nello stesso terreno, muovono corde analoghe, giocano con temi che si assomigliano. Entrambi hanno bisogno di mobilitazione emotiva costante, di campagne elettorali permanenti. Ecco qual è il senso del V-Day genovese”.
LA FISSAZIONE EUROPEA
Punto di convergenza delle campagne polemiche delle due formazioni è senza dubbio l’Unione Europea. Un’organizzazione, osserva il giornalista, puramente monetaria, incapace di manifestarsi in termini politici e sociali. Fonte del comprensibile malcontento verso strategie fiscali comuni. “Malcontento raccolto dal comico ligure che riesce rendere palese, divertente e persino rassicurante il ‘Vaffa’. Grillo usa un linguaggio familiare e accattivante perché la sua ‘rivoluzione’ è la prosecuzione dell’ultimo ventennio con altri mezzi, un reality show non in grado di organizzare politicamente la rabbia popolare”. Per questo motivo, nonostante alcune defezioni, “il M5S continuerà a prendere voti non in nome di una proposta alternativa, visto che con attitudine camaleontica ha detto tutto e il contrario di tutto. Ha parlato di Eurobond e di default, di ristrutturazione del debito e di referendum sull’Ue, ma ai media tedeschi ha detto che non vuole uscire dalla moneta unica”.