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Il fallimento dell’Ascoli: nuovo “buco nero” del calcio tricolore

Il fallimento dell’Ascoli calcio, dopo 115 anni di vita “onorata” sui campi di calcio è il nuovo capitolo di una economia (quella “pallonara”), che non riesce più a trovare una sua sostenibilità economica, non appena scende nelle serie calcistiche minori.
Il collegio, presieduto dal giudice Raffaele Agostini, ha accolto le richieste di fallimento presentate dalle società creditrici del club (tra queste anche lo studio legale dell’avvocato Mattia Grassani) e da sette dipendenti. Nominato curatore fallimentare Franco Zazzetta. Si chiude definitivamente una storia calcistica cominciata 115 anni fa.
Lontane anni luce le stagioni dei successi del patron Costantino Rozzi e dell’allenatore Carletto Mazzone.

Con il fallimento dell’Ascoli Calcio 1898, dichiarato alcuni giorni fa dal Tribunale di Ascoli, si chiude la storia di una «provinciale» durata 115 anni, con il periodo di maggior splendore sotto la guida del presidente Rozzi, morto il 18 dicembre 1994 per un male incurabile. Al suo funerale si presentarono in 20 mila tifosi.
L’Ascoli calcio, attualmente in Lega Pro (1a divisione B – quart’ultima nella classifica provvisoria), continuerà la sua corsa sportiva, ma a giugno 2014 bisognerà capire se si saranno presentati all’orizzonte nuovi azionisti per rilanciare il brand bianconero ormai caduto nella polvere.

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