Niente di nuovo sull’orizzonte europeo. Ricordate le speranze prima delle elezioni tedesche? “La Merkel, libera dal peso di elezioni future, si dedicherà finalmente all’Europa”. E, dopo le elezioni, vista la necessità della grande coalizione: “Ora, con i socialdemocratici al governo, finalmente si potrà parlare di crescita nella UE, non solo di austerità, visto che questo è stato, insieme al salario minimo, il suo cavallo di battaglia nella campagna elettorale.”
Tutto svanito, come neve al sole!! La politica della Germania verso l’Europa NON cambierà, con o senza grande coalizione. D’altronde basta dare uno sguardo al loro accordo di governo. La stabilità e l’austerità sono una religione per i tedeschi. Non ci rinunceranno per far piacere alla UE. Solo se costretti da un forte peggioramento della loro economia o dagli altri governi ( ma quali? E dove sono?) potrebbero arrivare ad un compromesso sulla crescita.
A Berlino, il 29 novembre, dove ho partecipato ad un seminario con rappresentanti del governo e degli imprenditori pubblici e privati tedeschi, il ritornello, ripetuto fino alla noia, da tutti, è stato sempre lo stesso: “Bisogna continuare con le riforme, ognuno deve fare i suoi compiti, ….” Tutto ripetuto senza inflessioni, senza tentennamenti, senza dubbi. Alcune osservazioni, da me stesso sollevate, circa gli squilibri economici tra i paesi dell’Eurozona, i limiti dell’UEM, la recessione provocata dalle politiche di austerità, la disoccupazione disastrosa, ecc…. NIENTE; non sono state prese nemmeno in considerazione, cosi’ come quelle della rappresentante del DGB (la confederazione sindacale tedesca). E’ stata data sempre la stessa risposta: “Ognuno deve pensare a sé stesso…” Un vero e proprio ” mantra”, per chi non l’avesse ancora capito!
E’ da qui che bisogna ripartire, ma in fretta, per discutere della crisi, ma anche del futuro dell’Europa.
Berino, 1 dicembre 2013
