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Il travaglio di Fatto Quotidiano e MicroMega: Renzi buono o cattivo?

Buono o cattivo? Dopo l’insediamento del neo segretario del Pd Matteo Renzi, ecco che due filoni cultural-comunicativi emergenti, come Micro Mega e Il Fatto Quotidiano, si intrecciano nel delineare in modi diversi perimetro e inclinazioni del sindaco di Firenze: tra pregiudizi che sembrano non affiorare (sponda Flores d’Arcais) e sensibilità nel merito di proposte e squadra (come da intervista di Stefano Feltri al nuovo guru economico della segreteria Pd, il civatiano e ora renziano Taddei). Nel mezzo i quasi tre milioni di elettori delle primarie, che attendono le azioni dopo le parole.

TESI E ANTITESI DI MICROMEGA
Uno speciale, quello pubblicato da MicroMega con il titolo “Matteo Renzi: riformismo borghese
o nuovo capitalismo ammanicato?” che appare non antipatizzante a priori o pregiudizialmente negativo su Renzi, ma che intende fare luce su una serie di elementi che, gioco forza, andranno tenuti in considerazione nella valutazione complessiva del neo segretario. La sezione “a più voci” dedicata per l’appunto a Renzi, prende il via da una domanda/auspicio minimalista: sarà in grado, almeno, di realizzare un poco di “riformismo borghese”, riducendo il tasso di “capitalismo ammanicato” a vantaggio di una moderna imprenditoria “weberiana”? I nodi sono sciolti da una serie di esponenti diversificati del mondo imprenditoriale, sociologico, comunicativo come il sociologo Luciano Gallino, l’imprenditore iper-renziano Oscar Farinetti, il “santoriano” del Sole, Gianni Dragoni, l’economista renziano Yoram Gutgeld, l’ex Consob Salvatore Bragantini, la firma di Repubblica Giovanni Valentini, l’imprenditore renzianissimo Brunello Cucinelli e l’ex ministro in cerca ricollocazione Fabrizio Barca. In una sorta di forum multivisionario con al centro il macro tema del sindaco di Firenze.

I FATTI DEL FATTO
Il quotidiano diretto da Antonio Padellaro, dopo l’innamoramento (poi sfumato e comunque attenuato rispetto ai primi tempi) per Beppe Grillo, si accosta adesso a Renzi con un piglio diverso: più guardingo ma senza rinunciare a vere e proprie aperture. Un atteggiamento non ostile che traspare anche dalle argomentazioni renziane di matrice economica. “La mia priorità? Reintrodurre l’Imu sulla prima casa per abbassare le tasse sul lavoro”, annuncia Filippo Taddei, il 37enne neo responsabile economico nella segreteria renziana, intervistato da Stefano Feltri, capo dell’economia del Fatto. Con una vasta panoramica su occupazione, imu, tassazione e sviluppo del tema casa, il vero problema dell’attuale generazione di 40enni, osserva. Per poi, a firma di Giorgio Meletti, realizzare una mappa aggiornata di poteri forti.

LA LEZIONE RENZIANA
Osserva Meletti che il mantra renziano è mai fidarsi, “come hanno imparato i giornalisti televisivi che hanno cercato di salire sul carro renziano e se lo sono sentiti raccontare in diretta tv, senza nomi, ma per quelli c’è tempo. Renzi non cerca i potenti dell’economia, per ora. Sono loro che cercano lui. Renzi balla da solo”. E ancora: “come dice il suo ex socio di Leopolda Pippo Civati gioca poco di squadra ed è anche difficile lavorare con lui. Il suo cerchio magico è fatto in casa, amici fiorentini di antica data di cui si fida”.

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