Bellezza e ambiente, con il comune denominatore della cultura, terreno da arare per fare del vero patriottismo culturale nell’Italia senza più vincoli ideologici. E’ il filo conduttore de “La Grande Bellezza”, il meeting organizzato a Roma dal nuovo movimento politico ecologista Green Italia su cultura, ambiente, ricerca e innovazione, accomunati dall’ombrello dell’articolo 9 della Costituzione e come leva per la ripresa dell’Italia.
Un’occasione per ragionare a più cervelli su come la bellezza sia punto di partenza imprescindibile in svariati ambiti, come il sociale, l’ambiente, la cultura, la green economy. I promotori della kermesse, l’esponente verde Roberto Della Seta e l’ex finiano Fabio Granata, intendono così provar a dare vita ad un’esperienza che travalichi pregressi personali e affronti il tema dell’ambiente con lenti nuove.
CHI C’ERA
Per questo hanno invitato esponenti diversificati della cultura e dell’arte italiana, dall’editore Carmine Donzelli al presidente del Parco dell’Appia Antica Mario Tozzi, dal segretario della Fondazione Symbola Fabio Renzi a Santo Versace (Presidente e fondatore di Altagamma), Cristiana Avenali (Consigliere regionale nel Lazio), Roberto Ippolito (giornalista e scrittore), Salvatore Barbera (direttore delle campagne di Change.org), Chiara Tonelli (architetto e ricercatore dell’Università Roma Tre ), Valerio Rossi Albertini (fisico del Cnr).
PERCHE’ LA BELLEZZA
“La grande bellezza dell’Italia – ha osservato Roberto Della Seta – è quasi tutta racchiusa in un articolo della nostra Costituzione, l’articolo 9. Per la Costituzione, promuovere la bellezza e la conoscenza rientra tra i principi fondamentali su cui si fonda la nostra identità comune e la nostra convivenza civile. La bellezza e la legalità sono fondamentali per salvare l’Italia dal declino, ma anche per difendere i più deboli, per difendere l’idea di un welfare universalista, per contrastare con molta più efficacia la povertà che cresce. Fino a oggi, questo il dramma, la politica e le classi dirigenti hanno fatto di tutto per svalutare la grande bellezza italiana: così siamo ultimi in Europa per divario digitale, per investimenti nella scuola, per ricerca e sviluppo. Serve un radicale cambio di passo. Crisi o non crisi siamo e saremo sempre di pù un Paese numericamente piccolo, e per rimanere protagonisti abbiamo solo due carte da giocare: una è l’Europa, perchè solo dentro all’Europa potremo reggere il confronto globale, l’altra per l’appunto è la nostra bellezza che non è riproducibile né delocalizzabile”.
Per questo, ha annunciato Fabio Granata, “lanceremo da gennaio da Taranto una raccolta di firme per una proposta di legge di iniziativa popolare sulla introduzione del reato ambientale nel codice penale con la previsione di misure di risarcimento per le vittime dell’inquinamento. Affermeremo finalmente il principio europeo che chi inquina paga”.